Nello scorso mese di gennaio Google annunciò che avrebbe trasformato la velocità in un parametro fondamentale per un buon posizionamento sul proprio motore di ricerca. Quello che prese il nome di “Speed Update” fu immediatamente valido, ma soltanto sulle ricerche desktop. A partire da oggi il cerchio si chiude con il mondo mobile e Google lo annuncia con un semplice e piccolo update sul vecchio post di inizio anno.
L’idea di fondo è quella per cui la velocità sia diventata un fattore determinante per la bontà dell’esperienza di navigazione degli utenti. Se la velocità della connessione è un fattore client-side che non influisce in alcun modo sul discrimine tra vari siti (la velocità è per definizione la medesima per tutti), la velocità con cui un sito fornisce le proprie informazioni dipende invece da una grande quantità di elementi server-side: il peso della pagina, il numero degli elementi, il quantitativo di pubblicità, i server utilizzati, l’ottimizzazione dei database, la bontà della programmazione e molto altro ancora.
Siccome per Google la discriminante tra un buon sito e un sito meno meritevole è nella sua capacità di rispondere alle esigenze degli utenti, la velocità è diventata fondamentale a pochi anni di distanza dal giorno in cui, con il lancio di Google Chrome, i tecnici di Mountain View hanno fatto capire come la rapidità di apertura dei siti avrebbe dovuto diventare il nuovo paradigma del Web di inizio millennio: pochi secondi di attesa possono cambiare radicalmente la soddisfazione dell’utente e le interazioni successive. Il tutto si era tuttavia limitato inizialmente all’esperienza desktop, così che tutti avessero modo di ottimizzare la propria presenza sul fronte mobile ed il motore potesse fare tutte le valutazioni del caso per fornire riscontri efficienti.
Su mobile, ancor più che su desktop, la velocità è fondamentale sia per il tipo di approccio dell’utente alla ricerca, sia per la maggior difficoltà nell’uso delle interfacce. Estendere questo fattore al mondo mobile implica pertanto una valorizzazione dei siti che hanno lavorato in modo virtuoso su questo fronte, penalizzando chi non ha adeguatamente curato tale aspetto. Ed i risultati saranno presto visibili a chi gestisce i dati di accesso: l’incidenza dello Speed Update ricade su oltre il 50% delle ricerche (tale è ormai il peso del mobile sulla navigazione) e può pertanto premiare o penalizzare in modo sostanziale siti che hanno lavorato più o meno bene sull’ottimizzazione dei tempi di accesso.
Nel proprio post Google consiglia alcuni strumenti utili all’ottimizzazione del proprio sito, ma la SEO dovrà cogliere anzitutto il segnale macroscopico seminato da Google ormai da molto tempo: la velocità è fondamentale ed occorre lavorare per far sì che un sito, oltre a contenere informazioni curate e ben organizzate, ha il dovere di servire tale informazioni nel miglior modo possibile. In caso contrario Google darà preferenza ad altri riferimenti all’interno del proprio ranking e delle proprie SERP, pilotando così gli utenti verso le miglior destinazioni possibili per la query composta.
Ogni update di Google scrive sottotraccia le regole del Web che verrà: il nuovo Speed Update potrà significare molto per pochi e poco per molti, ma è destinato ad incidere pesantemente sul modo di pensare il Web, anche mobile, degli anni a venire.