Non è sempre stato privo di tensioni il rapporto tra Google e il mondo dei fotografi, a causa delle modalità attuate dal motore di ricerca per l’indicizzazione delle immagini, ritenuta poco rispettosa nei confronti di chi ne detiene i diritti. Ne è testimonianza la battaglia legale con Getty, conclusa nel febbraio scorso con la sottoscrizione di un accordo. Google Immagini, del resto, è un calderone che mette a disposizione un gran numero di immagini senza evidenziare a sufficienza i diritti sulle immagini stesse e delegando alla coscienza dell’utente l’uso o meno dell’immagine trovata. Va da sé che la ricerca di immagini sia spesso il primo passo ad un successivo utilizzo, dunque da più parti si è chiesta nel tempo una responsabilizzazione di Google al cospetto di uno strumento che diventa troppo spesso canale facilitante per la violazione della proprietà intellettuale altrui.
Google Immagini e le foto
Oggi il gruppo di Mountain View annuncia un’iniziativa messa in campo in collaborazione con CEPIC (Center of the Picture Industry) e IPTC (International Press Telecommunications Council) che ha come obiettivo proprio quello di meglio riconoscere la paternità di una foto, nella sezione Immagini del motore. Come si può vedere dall’animazione seguente, bastano un paio di passaggi per consultare informazioni dettagliate sull’autore della foto e sull’eventuale nome della piattaforma che ne detiene i diritti per la distribuzione. Su dispositivi mobile è sufficiente premere il pulsante a forma di tre puntini e selezionare la voce “Image credits”.
Così facendo, insomma, gli utenti hanno facilmente a disposizione una informazione essenziale: di chi è l’immagine? Quali sono i diritti correlati? Non ci si può più nascondere dietro la difficoltà di reperire l’informazione, insomma, poiché Google la mette a disposizione a portata di click.
Autori e metadati
Il rollout della funzionalità prende il via nella giornata di oggi e, come sempre accade in questi casi, potrebbero essere necessari alcuni giorni prima che arrivi a interessare tutti gli utenti. Entro le prossime settimane con la stessa modalità verranno mostrati anche i metadati relativi al copyright delle immagini. Nonostante il post condiviso da Google sul proprio blog ufficiale non ne faccia menzione, supponiamo che la caratteristica verrà integrata anche nella versione del motore di ricerca accessibile da browser desktop.
CEPIC rappresenta circa 600 tra agenzie fotografiche e stock in 20 paesi europei, compresi Getty, Reuters e Shutterstock. Il progetto si estende in ogni caso anche ai territori del Nord America e dell’Asia. IPTC, invece, è un consorzio che riunisce alcune delle più importanti testate e agenzie stampa al mondo come BBC, Associated Press, Agence France-Press e New York Times. Queste le parole di Andrew Fingerman, CEO di PhotoShelter, fornitore di strumenti indirizzati principalmente ai fotografi.
Integrare i metadati standard di IPTC nei risultati di Google Immagini aiuta a garantire la giusta attribuzione dei crediti e a supportare la tutela del copyright per i fotografi, contribuendo al tempo stesso a supportare la scoperta di contenuti e creatori. Si tratta di una vittoria per la community di professionisti della fotografia.
Di fatto si tratta di una importante vittoria dell’industria del copyright su Google e in generale sulle violazioni: la collaborazione con Google consente infatti a Google Immagini di proseguire la sua importante azione di indicizzazione, ma al tempo stesso genera una situazione ideale al fine di distinguere quel che è “copyright” e quel che è “copyleft”. Quel che è tutelato potrà così essere meglio valorizzato e monetizzato, a tutto vantaggio dei creatori che vedranno riconoscersi i relativi compensi. Sicuramente va ad innescarsi un processo di maggior trasparenza: le attribuzioni saranno più chiare, i diritti saranno gestiti in modo più trasparente e il mercato potrà giovarne. La chiarezza potrebbe peraltro premiare anche chi va a distribuire immagini a titolo gratuito, tirando eventualmente in ballo le varie declinazioni che la licenza Creative Commons consente: per i dettagli e per capire quali dinamiche andranno ad innescarsi occorrerà attendere che si definisca la situazione e che il servizio possa essere a pieno regime.
L’accordo può essere inoltre in qualche modo una base per ulteriori trattative in ballo in seno al mondo del copyright: l’industria editoriale del giornalismo, ad esempio, discute da tempo la propria posizione nei confronti di Google News senza aver mai trovato un accordo di mutua soddisfazione. Le recenti trattative sulla riforma europea del copyright hanno esacerbato i rapporti ed ora tra le parti i rapporti appaiono oltremodo tesi. Entro pochi mesi anche su questo fronte si potrebbe giungere ad una trattativa (a bocce ferme però: occorre attendere che la riforma venga recepita dagli stati nazionali) ed in quell’occasione quanto successo con Google Immagini potrà essere una prima base di confronto.