L’agguerrita schiera dei servizi di Google fa paura ai concorrenti che cercano di tenere il passo sfidandosi sul numero e sulla varietà delle offerte, ma fa tremare anche i competitor settoriali, che si misurano con un solo servizio di BigG. Google Blog Search ha infatti insidiato il primato di Technorati nella ricerca fra i blog: la penultima settimana di dicembre ha segnato il sorpasso .
LeeAnn Prescott, analista di Hitwise, afferma nel suo blog che il merito è del link comparso su Google News , che invita gli utenti dei servizi di informazione a consultare anche le opinioni e le notizie, dal taglio informale, che circolano nella blogosfera. È infatti da ottobre, momento della comparsa del link, che Google Blog Search ha cominciato a dilagare, conquistando l’interesse di un’utenza giovane: nel giro di due settimane la quota di traffico di Google Blog Search è incrementata del 168%, arrivando, nei giorni scorsi, a superare Technorati.
Prescott rileva come la principale dinamica “pubblicitaria” sfruttata da BigG consista nel localizzare i servizi che si vogliono promuovere in posizioni strategiche nella pagina principale del motore di ricerca, o nella pagina dei risultati.
Dal suo blog, Blake Ross, sviluppatore di Firefox, conferma l’efficacia della tattica promozionale di Google, e, nel contempo, accusa di tradimento il motore di ricerca.
Digitando chiavi di ricerca che contengono parole come ” calendar “, ” blog ” e ” photo sharing ” (ciò vale anche per una chiave di ricerca come ” Yahoo Calendar “), Google secondo Ross offre, come risultato in posizione strategica, un ” tip ” che indirizza ai propri servizi, nel caso citato i vari Google Calendar, Blogger e Picasa.
“Immorale e monopolistico”, queste le accuse alla strategia di BigG, in quanto Google ha abituato la platea di fruitori ad una scrematura democratica dei risultati di ricerca . Meccanismo che salterebbe nel caso di suggerimenti. Dice Ross: non compare alcuna segnalazione che metta in evidenza il “conflitto di interessi”, e i consigli offerti non rappresentano i servizi che gli utenti della Rete hanno decretato come migliori. Le posizioni di testa non sponsorizzate dovrebbero essere occupate dai servizi web effettivamente più popolari, come interpretati dall’algoritmo PageRank (anche se sono inevitabili i risultati mendaci , guadagnati da coloro che “truffaldinamente” fanno convergere link verso il proprio sito).
Ai concorrenti “generalisti” di Google non resta che allargare le braccia in segno di resa? Yahoo! e Microsoft, insieme a Google ai vertici della classifica del traffico web, raccolgono la sfida, e si preparano alla coopetition . Sono infatti uniti con Google nell’adottare il protocollo Sitemap , capace di favorire il lavoro dei crawler e di garantire risultati più precisi.
Ma altri concorrenti stentano, come il progettone europeo Quaero. Di seguito i particolari. Quaero , osannato dai media e vaticinato come l’anti-Google europeo, non sembra aver imboccato la strada giusta. L’ambizioso programma di sviluppare un monumentale motore di ricerca, finanziato dai governi di Francia e Germania, supportato da Deutsche Telekom, France Telecom, Thomson, Exalead e dal gruppo Bertelsmann, sembra colare a picco.
Dopo gli intoppi amministrativi, dopo le opinioni perplesse degli esperti, raccolte da Punto Informatico nell’ambito della presentazione dell’audace ed elefantiaco progetto, ecco la defezione della Germania .
Quaero non sarà capace di competere con gli attuali leader della ricerca, sentenziano i tedeschi, e la collaborazione con la Francia, hanno rivelato al Guardian , non è stata semplice.
I tecnici dei partner tedeschi hanno stabilito che un semplice motore di ricerca non basta e che occorre ora puntare su una nuova strada, su quello che viene definito un “servizio dell’Informazione e della Tecnologia”. Una via incompatibile con Quaero. Le strade di Francia e Germania, il loro orgoglioso nazionalismo tecnologico, divergerà dunque in due progetti: Quaero e Theseus .
Due è meglio di uno? In genere è l’intreccio collaborativo di più voci, esperienze e competenze, a pagare nella competizione con gli “inarrivabili”.
Gaia Bottà