A sorpresa Google presenta Inbox , nuovo servizio per la gestione “intelligente” della posta elettronica disponibile (in futuro) su Web e come app per gadget mobile. Mountain View promette un’esperienza email ritagliata sulle necessità e la vita dell’utente, sempre che il servizio regga ai rigidi parametri di popolarità della corporation e non faccia la fine di Wave , che già avrebbe dovuto cambiare per sempre la posta elettronica come la conosciamo ora.
Al centro di Inbox c’è l’idea che le email in arrivo debbano lavorare “per l’utente” e non il contrario, oltre al fatto che il design del servizio è chiaramente ispirato allo stile Material che Google si prepara a imporre al proprio ecosistema (servizi Web, Android e tutto quando) in occasione del debutto di Android ” Lollipop ” 5.0.
Inbox organizza automaticamente tutte le email inerenti una particolare categoria o “bundle”, creando una serie di “task” che verranno proposti all’utente in relazione all’urgenza, la pertinenza o l’interesse: nella parte alta, in evidenza sull’interfaccia saranno visualizzati i task più urgenti come un appuntamento di lavoro, la conferma della prenotazione di un viaggio aereo (con tanto di orario e dettagli della prenotazione), un invito a un incontro tra amici e via elencando.
L’utente può scegliere come gestire questi task, magari procrastinandoli di qualche minuto se al momento è impegnato a fare altro. Inbox è naturalmente pensato per analizzare dati oltre alle semplici email in arrivo, e gli algoritmi di Google permettono al servizio di presentare subito informazioni tratte da allegati importanti (come ad esempio la succitata prenotazione di un volo), lo status degli appuntamenti sul calendario (cioè Google Calendar) e molto altro.
Inbox è al momento accessibile solo in privato e in “quantità limitate”, e tra chi lo ha provato c’è già chi parla del servizio come del futuro della posta elettronica disponibile qui e ora. I facili entusiasmi dovrebbero evocare le supposte “rivoluzioni” come Google Wave, il servizio di comunicazione integrata che avrebbe dovuto rendere le email un ricordo del passato e che è invece finito fra i prodotti abbandonati da Mountain View durante le epurazioni invernali del 2011 .
Alfonso Maruccia