In continua crescita, il fatturato complessivo di Google ha sfondato il tetto dei 14 miliardi di dollari nel secondo trimestre di attività finanziaria alla fine dello scorso giugno. Un aumento del 19 per cento rispetto allo stesso periodo nell’anno precedente, quando il totale superava di poco i 12 miliardi di dollari. Eppure, l’azienda di Mountain View non è riuscita a raggiungere le previsioni degli analisti a Wall Street, che si attendevano un fatturato di 14,4 miliardi con un utile per azione (EPS) di 10,7 dollari.
Sebbene il valore EPS effettivo si sia assestato su 9,5 dollari, il CEO di BigG Larry Page ha mostrato grande soddisfazione per gli ultimi risultati ottenuti, sottolineando l’importanza cruciale del cambiamento tra gli ambienti mono e multi-schermo, ovviamente trascinato dall’esplosione dei dispositivi in mobilità. È però vero che la divisione Motorola Mobility continua a sanguinare vistosamente, con perdite operative pari a 342 milioni di dollari rispetto ai 199 milioni di un anno fa .
Non sorprende allora l’ipotesi che la Grande G voglia investire ben 500 milioni di dollari nelle operazioni di marketing dell’atteso modello Moto X , il primo smartphone ideato e prodotto interamente negli Stati Uniti. Il fatturato proveniente dalla divisione Motorola Mobility è aumentato del 7 per cento a quasi 1 miliardo di dollari , un segnale certamente positivo che fa ben sperare per il futuro sul mercato mobile. C’è chi ha però sottolineato come, anche in caso di un clamoroso successo di Moto X, la divisione di Libertyville perderà ancora molti soldi nel tentativo di spingere gli altri modelli, nettamente in difficoltà sul mercato attuale.
Se il valore EPS del colosso californiano non ha raggiunto le stime degli operatori finanziari è perché il costo per click in ambito pubblicitario – il fatturato legato all’advertising è pari a 13,1 miliardi, ovvero il 93 per cento del totale – è diminuito del 6 per cento dall’estate 2012 . Una crisi che continua da tempo, dal momento che gli inserzionisti virano verso smartphone e tablet allentando la presa sui dispositivi desktop. In questo senso, l’azienda californiana è ancora alla ricerca della quadratura del cerchio per aumentare i proventi pubblicitari dagli accessi in mobilità a piattaforme come YouTube.
Al di là delle difficoltà di Motorola Mobility, la situazione appare quasi paradossale per BigG, al centro del mercato mobile con il suo OS Android e allo stesso tempo in difficoltà sul piano advertising. Bisognerà ora capire se i nuovi meccanismi potenziati di AdWords – agli inserzionisti verrà offerto un livello minore di scelta, con l’inclusione automatica degli ambienti desktop e mobile – riusciranno ad invertire la rotta. Larry Page ha già mostrato i primi risultati con oltre 6 milioni di advertiser .
Mauro Vecchio