Dal rapporto di maggio 2016 sulle auto senza pilota di Google, apprendiamo che l’azienda ha “insegnato” loro come usare il clacson, in caso di pericolo, per avvisare gli eventuali conducenti distratti incontrati sulla strada. Si tratta inoltre di un meccanismo che serve ad attirare l’attenzione del conducente della Google-Car, per fare in modo che ritorni alla guida manuale del veicolo in caso di bisogno.
Sempre secondo il report, l’uso del clacson non è casuale : basandosi su di un algoritmo che determina, di volta in volta come meglio utilizzare il segnalatore acustico, il sistema prova anche ad evitare di arrecare disturbo. Google sta lavorando pure su l’aggiunta di rumore ai suoi prototipi elettrici, di per sé poco rumorosi, in maniera tale che pedoni, ciclisti e persone non vedenti possano facilmente sentirne l’avvicinarsi. “Il nostro prototipo imita le caratteristiche sonore delle auto tradizionali”, si legge sempre nel report, nel senso che si modifica a seconda che l’auto stia accelerando o rallentando, proprio come avviene per le auto a combustione.
Le auto sono dotate già di un cicalino interno, usato per segnalare alle persone a bordo dell’approssimarsi di un pericolo ad esempio quando un’auto esce in marcia indietro da un passo carraio per immettersi sulla strada, oppure se un’auto invade la corsia di marcia della Google-Car. L’esigenza di un clacson esterno è dunque differente, ma se usato in maniera inappropriata rischia di confondere o distrarre le persone a bordo, tra suono interno ed esterno.
Nel report, Google sostiene che nel corso delle quasi 15mila miglia (circa 24 mila chilometri) percorse, ogni settimana, i suoi ingegneri hanno individuato utilizzi non consoni, addestrando il software ad essere più accurato nella scelta. “Abbiamo anche insegnato ai nostri veicoli a utilizzare diversi tipi di suoni, a seconda della situazione”. Ad esempio, se un veicolo devia invadendo la corsia, l’auto emette due bip brevi come succede quando ci si saluta in maniera amichevole. Se la situazione si fa più pericolosa, l’auto produce un segnale più sostenuto. “Il nostro obiettivo è di insegnare alle nostre auto a suonare il clacson come un conducente umano”, si legge ancora nel documento.
Circa lo stato degli incidenti, i dati del rapporto riferiscono che i 58 veicoli a guida autonoma di Google, 24 Lexus e 34 prototipi, hanno percorso complessivamente 1.644.154 miglia (circa 2,65 milioni di chilometri) in guida autonoma dall’inizio del progetto. Nel mese di maggio, Google segnala un incidente in cui è stato coinvolto un suo prototipo, il quale procedeva in modalità di guida manuale. Il prototipo avrebbe colpito uno spartitraffico a bassa velocità (circa 15Km/h), senza però coinvolgere altri veicoli e riportando modesti danni.
Thomas Zaffino