Giornata piuttosto ricca, quella d’esordio al Google I/O 2016 , l’annuale conferenza per gli sviluppatori che ha aperto i battenti a Mountain View nelle scorse ore. Tra le novità più succulente ci sono Google Home , dispositivo multifunzionale per l’interazione domotica, e Google Assistant , evoluzione potenziata del già noto Google Now .
Un passo importante, quello di BigG, che sta orientando gran parte delle sue risorse di ricerca e sviluppo per competere con altri colossi di settore, tra cui Apple con Siri , Microsoft con Cortana ed Amazon con Echo e Alexa. Il futuro è già qui e passa attraverso l’interazione intelligente uomo-macchina, o per meglio dire uomo-software. Questo il tema conduttore della conferenza a cui hanno partecipato addetti ai lavori di tutto il mondo.
L’obiettivo? Non tanto quello di produrre dispositivi più potenti di quanto non ne esistano già ma di sfruttare al meglio il potenziale computazionale degli attuali sistemi, per rendere l’ assistenza digitale all’utente il più trasversale, naturale e interattiva possibile. Regalandole un linguaggio disinvolto e una verve colloquiale, e dotandola di una sua inconfondibile personalità. Al punto da far perdere la cognizione di stare dialogando con un’intelligenza artificiale, come dimostra l’integrazione, stavolta per iscritto, con il sistema di messaggistica Allo .
Presto scenari oggi usuali potrebbero diventare improvvisamente obsoleti. In questo frangente, il computer, ma soprattutto i device mobili, smartphone in testa, sono destinati a diventare indispensabili in un’infinita varietà di situazioni della quotidianità. Mentre visitiamo una nuova città, ad esempio, oppure un museo o in generale nei luoghi d’arte, così da poter porre domande contando sul fatto che Asstistant conosca la nostra posizione. Ma anche semplicemente per sapere cosa danno al cinema, o in quale locale recarsi per mangiare un piatto o una preparazione particolari. E ancora: in stazione e in aeroporto per conoscere qual è la soluzione ottimale per raggiungere una determinata destinazione. Si potrebbe continuare a lungo. Ma il tutto sempre con domande assolutamente naturali, le stesse che porremmo ad una persona vera, in carne ed ossa.
Anche il nostro modo di vivere la casa è destinato a cambiare radicalmente. A fare da apripista in questo senso potrebbe essere l’altra novità ufficializzata al keynote di BigG, e anticipata dalle indiscrezioni dei giorni scorsi: Google Home . Un device di forma cilindrica e dal design monolitico, che si comanda con la voce e che si interfaccia ai servizi di Mountain View tramite la Rete. Utile, ad esempio, per l’intrattenimento ludico grazie allo speaker wireless integrato, ma anche in grado di restituire informazioni da Internet o di dialogare e interagire con le apparecchiature domestiche di nuova generazione: frigorifero, lavatrice, impianti d’allarme e quant’altro. Un vero e proprio assistente domestico capace di snellire e rendere più semplici le incombenze di tutti i giorni.
Insomma i presupposti non mancano e sono ben definiti: il futuro è all’insegna della smart-interaction , che sarà sempre di più veicolata attraverso ecosistemi digitali integrati che funzioneranno da tramite tra il nostro pensiero e la realtà che ci circonda.
Luca Barbieri