A quanto pare, il colosso di Mountain View ha deciso di trasformare l’esperienza di navigazione su iPhone in una specie di campo minato. Eh sì, perché ora, quando si usa l’app Google per iOS, ci si potrebbe ritrovare a cliccare su link che non si aveva nemmeno idea esistessero!
Google su iOS: i link di ricerca ora compaiono automaticamente nelle pagine web
Immaginate di essere beatamente immersi nella lettura del vostro sito preferito, quando all’improvviso… alcune parole nel testo si illuminano come alberi di Natale. Ma non è opera del webmaster. No, è Google che ha pensato bene di inserire dei link alle sue pagine di ricerca, senza nemmeno chiedere il permesso.
Google chiama la funzione “Page Annotations”. Praticamente, Big G usa la sua intelligenza artificiale per scovare le parole più succose in una pagina web e le trasforma in link. Basta un tap e via, si viene catapultati nei meandri delle ricerche di Google. Comodo? Forse. Invadente? Senza dubbio.
Il bello (o il brutto) dell’opt-out
Ma la parte più divertente (o frustrante, dipende dai punti di vista) è che Google ha deciso di applicare la filosofia dell’opt-out. In parole povere, i link vengono aggiunti di default, senza chiedere il permesso a nessuno. Né all’utente, né al povero webmaster che si ritrova il sito “annotato” senza averlo mai chiesto.
Certo, c’è sempre la possibilità di compilare un modulino per dire a Google “no, grazie, faccio a meno dei tuoi link“. Ma forse sarebbe stato meglio chiedere il consenso prima… invece, Google costringe a fare il giro lungo per liberarsi di una funzione non richiesta. E attenzione a non sbagliare quando si compila il modulo, perché si devono inserire tutte le varianti del proprio dominio e sottodomini vari. Un vero incubo burocratico!
L’invadenza di Google
Sinceramente, si fa fatica a capire il ragionamento di Google. Ha già le autorità antitrust col fiato sul collo per il suo monopolio nelle ricerche e nelle pubblicità online. E ora cosa si inventa? Di modificare i contenuti dei siti altrui senza permesso! Una genialata.
Fatto sta che questa “Page Annotations” ha tutta l’aria di essere una bella grana. Chissà quanti proprietari di siti web accetteranno di buon grado questa intrusione nei loro contenuti. E se Google dovesse fare marcia indietro con la coda tra le gambe, non ci sarebbe da stupirsi.
Nel frattempo, occhio a quando si naviga dal proprio iPhone con l’app Google. Si potrebbe cliccare su un link e ritrovarsi catapultati in una dimensione parallela fatta di ricerche, ricerche e ancora ricerche.