Armata dai garanti europei contro la nuova privacy semplificata di Google, la transalpina Commission Nationale de l’Informatique et des Libertes (CNIL) aveva già mostrato chiari segnali d’insoddisfazione per le risposte fornite da BigG sul trattamento dei dati personali dopo la spremuta di oltre 60 policy relative ai suoi vari servizi web. La stessa commissione francese ha ora annunciato l’apertura di un’ istruttoria coordinata in sei paesi del Vecchio Continente , Italia compresa.
Nello specifico , i singoli garanti di Francia, Italia, Germania, Regno Unito, Paesi Bassi e Spagna hanno costituito una speciale task force per per stabilire se il nuovo pacchetto di policy unificate risulti in linea con i requisiti fissati nella Direttiva europea sulla protezione dei dati ( 95/46/CE ). Il gruppo di lavoro noto come Article 29 Working Party non ha finora registrato alcuna iniziativa concreta da parte del colosso californiano nel rispetto delle leggi vigenti in Europa.
“Google non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell’Unione Europea vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini – ha dichiarato il Presidente del Garante per la protezione dei dati personali Antonello Soro – L’azione congiunta dei Garanti europei mira a riaffermare questo principio e a far sì che questi diritti vengano garantiti”.
Alla fine delle indagini europee – e dopo l’incontro dello scorso 19 marzo con alcuni responsabili dell’azienda statunitense – Google non avrebbe ancora fornito ai suoi utenti un meccanismo chiaro e semplice per slegarsi (opt-out) dal nuovo pacchetto di policy condensate , che tratterà in un’unica modalità le informazioni provenienti dai più svariati servizi online, dalla posta elettronica alle mappe.
“Le nuove regole sulla privacy adottate da Google consentono, tra l’altro, alla società californiana di incrociare in via generalizzata i dati degli utenti che utilizzano i servizi offerti (da Gmail a YouTube a Google Maps solo per citarne alcuni)”, si può leggere nel comunicato diramato dal Garante del Belpaese. L’avvio della fase istruttoria per analizzare la privacy di BigG è stato confermato anche dal britannico Information Commissioner’s Office (ICO).
Pur ribadendo un pieno rispetto delle leggi vigenti nei singoli paesi membri dell’Unione Europea, la Grande G rischia una forte sanzione pecuniaria dopo la spremuta di policy. Il solo ICO può comminare una multa fino a 500mila sterline (quasi 600mila euro) contro quelle aziende ritenute in violazione delle leggi nazionali sulla privacy. Ad oggi, i vertici della CNIL hanno emesso la sentenza pecuniaria più salata – 100mila euro – contro il servizio di mappatura Street View.
“La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci – ha commentato un portavoce di Google – Siamo stati costantemente in contatto con le diverse autorità garanti della privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.
Nelle ore precedenti l’annuncio dell’avvio dell’istruttoria, contingenza che non appare correlata alla mossa dei garanti europei, le dimissioni del privacy director di Google Alma Whitten dopo dieci anni di servizio al quartier generale di Mountain View.
Mauro Vecchio