All’insegna di #madebyGoogle , Mountain View si è data all’hardware e con un certo successo. I nuovi Pixel si sono dimostrati ottimi terminali e godono di un ottimo successo, così come Google Home , Google Wi-Fi e il già popolare Chromecast . Ora è il turno di Jamboard , che rappresenta l’attualizzazione, in epoca di cloud e dispositivi touch, di un concetto al quanto datato: la lavagna.
Jamboard è un display touchscreen da 55 pollici in risoluzione 4K. Si tratta inoltre del primo prodotto hardware di Google a fare uso della G Suite di applicazioni cloud-based, come Gmail , Google Drive , Google Docs ecc. In sostanza, grazie al supporto dell’OS Android, lo schermo permette non solo di utilizzare tutti gli strumenti della suite Mountain View , ma può farlo in maniera collaborativa , proprio sfruttando il fatto che siano gestiti a mezzo cloud.
Rispetto ad altre soluzioni simili, come Acquos board di Sharp o Microsoft Surface Hub , in Jamboard si apprezza la forte connessione tra i servizi cloud offerti. Avviando una sessione, infatti, gli utenti possono partecipare da qualsiasi luogo tramite l’applicazione Jamboard in esecuzione su di un dispositivo Android o iOS, ricevendo un feed in tempo reale e avendo la possibilità di aggiungere testo, foto e disegni in maniera collaborativa. Il leader della sessione, ovvero l’utente che l’ha avviata, può inoltre condividere il risultato con i partecipanti attraverso Hangouts di Google.
Connettendosi attraverso un tablet, la sessione viene replicata sullo schermo del dispositivo mobile, offrendo la possibilità di aggiungere elementi, riorganizzarli, immettere disegni ed immagini da un menu di selezione. Sullo smartphone, invece, le interazioni sono piuttosto limitate, anche se è possibile visualizzare l’intero lavoro in tempo reale e aggiungere testo o post-it digitali. Altra importante limitazione : non è possibile sfruttare l’app Jamboard su Pc Desktop o notebook. Si può connettersi attraverso il browser, per visualizzare lo svolgimento di una sessione, ma è possibile partecipare attivamente solo attraverso le applicazioni mobile.
Anche se le sessioni possono essere guidate un tablet, l’obiettivo principale è il loro controllo attraverso la console Jamboard, provvista di due stilo digitali passive che possono essere usate a mo ‘ di gessetto. Lo schermo touch è sensibile alla pressione. Anche se le penne digitali sono usabili in modalità gomma, è possibile cancellare i contenuti semplicemente sfiorando lo schermo con la mano. Il lavoro viene poi salvato su Google Drive , anche perché Jamboard non dispone di memoria interna.
Tra le varie funzioni disponibili ci sono un potente strumento per il riconoscimento della scrittura a mano libera ed uno che permette di raddrizzare linee e forme geometriche.
È possibile includere partecipanti attraverso Google Hangouts e usare la ricerca di immagini, mappe, video e pagine web per immetterle in una sessione. Grazie alla videocamera HD integrata in alto sullo schermo, è possibile persino acquisire foto o selfie, mentre gli ingressi HDMI e built-in Chromecast permettono di trasformare lo schermo in un monitor TV per servizi di streaming come NetFlix.
Sembra che Jamboard non sarà disponibile prima del prossimo anno, anche se è possibile registrarsi al programma di sottoscrizione early-adopter per essere tra i primi utenti a ricevere la lavagna magica di Google. Per quanto riguarda il prezzo, invece, occorre aspettarsi un esborso non inferiore a 6mila dollari .
Thomas Zaffino