Piovono critiche su Buzz, il nuovo servizio di social networking ideato a Mountain View, e Google con una mossa inattesa annuncia nuove disposizioni per la privacy degli utenti già durante il weekend.
Al centro delle recriminazioni degli osservatori e degli utenti, macroscopici problemi di privacy , la gestione dei profili pubblici, la trasparenza delle impostazioni e la mancanza di visibilità dei meccanismi di scelta delle opzioni di condivisione.
Pochi giorni prima era stato introdotto un primo cambiamento che puntava proprio a rendere più visibile l’intenzione o meno di rendere pubblica la propria lista di follower e following per rendere immediatamente chiaro all’utente se sta o meno mostrando pubblicamente il proprio circolo di conoscenze e contatti. Era stato inoltre deciso di rendere più semplice la possibilità da parte degli utenti di “bloccare” eventuali follower indesiderati, mentre prima era possibile bloccare solo quelli che avevano creato un profilo pubblico. D’altronde prima di questa modifica era possibile visionare solo gli utenti con un profilo pubblico. Così, un utente poteva trovarsi ad essere seguito ma non poter vedere il profilo dell’utente che lo faceva. La soluzione individuata prevede una lista separata degli utenti con profili pubblici e senza.
Un altro dei punti maggiormente criticati era il circolo automatizzato di amicizie imposto da Buzz e costruito con i contatti email e chat maggiormente utilizzati, opzione che doveva essere utile per iniziare con Buzz. Con la nuova modifica, invece di connettere automaticamente le persone, il servizio si limiterà a suggerire ai nuovi utenti un gruppo di persone da seguire o da cui possano voler essere seguite. E che dovranno essere esplicitamente accettati cliccando sul pulsante “Segui le persone selezionate e inizia ad utilizzare Buzz”. La stessa opzione dovrebbe essere data nelle prossime settimane agli utenti che già stanno utilizzando il social network. Le nuove impostazioni eliminano anche la condivisione automatica degli album pubblici di Picasa e degli elementi condivisi con Google Reader.
In arrivo dovrebbe inoltre esserci il tab “Buzz” nella barra delle impostazioni di Gmail che permetterà di tenere costantemente sotto controllo le informazioni condivise e di escludere in qualsiasi momento il servizio da Gmail (cosa che naturalmente è già possibile fare cliccando il link in fondo alla pagina “disattiva Buzz”). Tramite le impostazioni si potranno cancellare post e rimuovere completamente il proprio profilo Google, che attualmente in alcuni casi imposta come pubblico il circolo dei contatti di un utente.
Uno dei maggiori problemi è stato infatti relativo alla gestione dei profili pubblici . In particolare , se un utente in passato aveva registrato come pubblico un account, Google Buzz considerava ugualmente pubblica anche la sua rete di conoscenze (creata automaticamente partendo dagli indirizzi maggiormente contattati). Con sommo imbarazzo nel caso di amanti o problemi più seri tipo contatti professionali riservati et similia .
L’annuncio delle modifiche apportate sono state accompagnate dalle scuse di Todd Jackson, manager di Gmail e Google Buzz: “Ci siamo accorti di non aver fatto tutto nel migliore dei modi. Ci dispiace per i disagi che abbiamo causato ma stiamo lavorato duramente per migliorare le cose grazie alle vostre segnalazioni”.
È stata nell’occasione esclusa l’ intenzione di Google di separare il servizio di social network da Gmail , ipotesi che era circolata in Rete nei giorni scorsi. D’altronde anche questo legame ha permesso un parziale successo nei numeri assoluti d’esordio: decine di migliaia di utenti – secondo i calcoli di Mountain View – “hanno dato un’occhiata a Buzz, creando già oltre 9 milioni di post e commenti”, con una media di oltre 200 post al minuto trasmessi attraverso l’interfaccia mobile.
Le critiche nei confronti degli errori commessi da BigG restano comunque vibranti: sia perché Google avrebbe dovuto accorgersi prima ed evitare così un’inattesa fuga di dati degli utenti, sia perché restano irrisolte alcune questioni , come il doppio passaggio necessario ad eliminare Buzz (eliminarlo da Gmail non significa cancellare la pubblicazione dei propri contatti e il proprio profilo), circostanza che potrebbe confondere molti utenti. Resta poi il discorso sulla fiducia : usati una volta i dati raccolti con un intento, nulla vieta che, sul crinale della legalità, ciò possa nuovamente accadere per una finalità differente. Calcolando la quantità e il tipo di dati che gestisce Google ciò non appare una notizia confortante.
Claudio Tamburrino