La botnet di DNSChanger è stata buttata giù da mesi , ma gli effetti nefasti dei sistemi infetti continuano a farsi sentire ancora oggi. Entra in campo anche Google, con l’obiettivo di contattare i proprietari di PC non ancora ripuliti dal malware dirotta-DNS prima che i server temporanei vengano spenti.
Nell’ambito della cosiddetta operazione “Ghost Click”, nel novembre del 2011 l’FBI ottenne l’ingiunzione necessaria a sostituire i server DNS malevoli della botnet con sistemi di redirezione temporanea controllati dalle autorità: in tal modo i PC infetti potevano continuare a usufruire di una internet funzionante.
Ma quell’ingiunzione scade il prossimo 9 luglio, e di lì in poi i PC in cui ancora si annida il malware non potranno più accedere alla rete telematica mondiale: l’ultima stima pubblicata parla di 500mila dispositivi che ancora dipendono dai server temporanei per la corretta fruizione del Web.
Google pianifica di contattare (non solo in inglese) i proprietari dei sistemi infetti lanciando “messaggi” in sovrimpressione dei servizi usati dagli utenti, rendendoli edotti sullo stato delle cose e consigliando procedure da seguire per eliminare il codice malevolo prima che sia troppo tardi.
Alfonso Maruccia