Un giro gratis sulla giostra delle loro infrastrutture di rete. Un gruppo di importanti telco europee ha così puntato il dito contro Google, rea di aver troppo a lungo approfittato della capacità di banda fornitale dai rispettivi network. Colpa soprattutto di YouTube, la cui mole di video sarebbe sempre più affamata di banda, finendo con il congestionare il traffico dati.
Telefònica, France Telecom e Deutsche Telekom vorrebbero dunque una ricompensa , un obolo versato da parte di BigG per la banda letteralmente divorata da piattaforme come quella del Tubo. Con conseguenze preoccupanti per le tre telco europee, che hanno dichiarato di temere un futuro in cui verrebbero ridotte a semplici fornitori di strutture legate al broadband.
In pratica, si teme che gli investimenti portati avanti nello sviluppo di canali più veloci e potenti possano in qualche modo venir minacciati da enormi scrocconi del calibro di Google. Per Cesar Alierta, presidente della spagnola Telefònica, Mountain View dovrebbe dividere parte dei suoi ricavi pubblicitari con i vari carrier , in modo da ricompensarli per gli svariati miliardi di euro da loro investiti.
Nel caso non si riuscisse a raggiungere alcun accordo con gli operatori di rete, Alierta ha sottolineato come dovrebbero intervenire gli stessi regolatori a proporre una sorta di conciliazione super partes . “Vediamo lo sviluppo della società digitale come una questione di vincitori e vinti – ha spiegato Stéphane Richard, alla guida di France Telecom – Oggi c’è un vincitore che è Google e ci sono vinti come i fornitori di contenuti e gli operatori di rete. Non possiamo accettarlo”.
Rick Whitt, senior policy director di Google, ha rispedito le accuse al mittente, sostenendo che la sua azienda spenda invece sulle proprie infrastrutture, anche in modo pesante. In modo da trasportare il suo traffico dati fino al momento della consegna ai vari carrier del mondo. “Nel mondo ci sono più di 2mila operatori di telecomunicazioni – ha commentato l’esperto Stefano Quintarelli sul suo blog – se anche Google pagasse tutti i suoi utili, pro quota rispetto agli utenti, agli operatori, a ciascuno di essi arriverebbe una cifra che, mediamente, non basterebbe a pagare i revisori dei conti”.
Mauro Vecchio