Google fa squadra con The Linux Foundation e dà vita al fondo “Supporters of Chromium-Based Browsers“. Lo scopo è finanziare lo sviluppo aperto e migliorare i progetti legati a Chromium. Si tratta di un’iniziativa cruciale per il web, che ora potrà contare su un sostegno ancora più ampio grazie all’adesione di big come Meta, Microsoft e Opera, oltre ovviamente a Google stessa.
Google ha lanciato Chromium nel 2008. Forse non tutti sanno che è la base su cui sono costruiti non solo Chrome, ma anche altri browser come Microsoft Edge, Opera e Brave.
Google e Linux Foundation, una partnership per promuovere lo sviluppo di Chromium open source
Google ci tiene a far sapere che il suo supporto a Chromium non è solo a parole. L’anno scorso l’azienda ha apportato oltre 100.000 modifiche e aggiornamenti al codice sorgente, senza considerare l’investimento massiccio nell’open-source. Vale a dire il mantenimento di migliaia di server che fanno girare milioni di test, la gestione di centinaia di bug al giorno, la correzione di quelli più importanti e l’investimento costante nella “salute” del codice per mantenere l’intero progetto sostenibile.
Una mossa strategica contro il Dipartimento di Giustizia?
Ma c’è chi vede in questa iniziativa anche una mossa strategica di Google per rispondere alle pressioni del Dipartimento di Giustizia USA. Qualche mese fa, infatti, il DOJ aveva chiesto a Google di vendere Chrome come parte delle soluzioni proposte dopo la sentenza che ha definito l’azienda un monopolista.
Google aveva replicato proponendo di eliminare per tre anni gli accordi esclusivi che la rendono il motore di ricerca predefinito su browser come Safari e Mozilla. Ora, la creazione dei “Supporters of Chromium-Based Browsers” sembra voler dimostrare che il progetto open-source avrebbe comunque sostegno anche senza il coinvolgimento diretto di Big G.
Al di là delle possibili implicazioni legali, l’iniziativa lanciata da Google e The Linux Foundation è un segnale importante di apertura e collaborazione nel mondo del web. Chromium è un progetto troppo importante per essere lasciato sulle spalle di una sola azienda, per quanto grande e influente.
Avere un fondo “neutrale” che coinvolge diversi attori del settore è un modo per garantire la sua sostenibilità e il suo sviluppo nel lungo termine. E per assicurarsi che rimanga uno strumento al servizio di tutti gli utenti e gli sviluppatori, non solo di chi lo controlla.