Google ha aperto una finestra sui suoi X Lab al lavoro sul Project Loon, il progetto per portare la connettività Internet nelle zone digital divise.
Il progetto Loon è diventato molto concreto negli utlimi mesi, fino a quando qualche settimana fa Mountain View ha stipulato un accordo con tre operatori indonesiani per sperimentarlo nel Paese. Ora Mountain View spiega che per verificare in laboratorio come i suoi palloni aerostatici effettivamente possano funzionare ha ricreato al chiuso le condizioni a cui sono sottoposti nella stratosfera: questo grazie alla collaborazione dei laboratori di climatica dell’Istituto McKinley della Florida e costruendo un hangar nei quali sono già stati testati i velivoli della US Air Force.
Nel frattempo, peraltro, Google sembra sia pronta a sperimentare Project Loon direttamente negli Stati Uniti : a dirlo sono una serie di documenti depositati da Mountain View presso la FCC, con cui chiede la licenza per effettuare esperimenti sullo spettro wireless in tutti e 50 gli stati ed a Porto Rico .
Ad ottobre Google aveva peraltro già presentato alla Federal Aviation Administration (FAA) due richieste per la sperimentazione di due nuovi unmanned aerial vehicles : le prime indiscrezioni parlavano di nuovi dispositivi da inquadrare nel Project Wing, l’iniziativa apparentemente accantonata con cui Google X intendeva sperimentare un sistema di consegne via droni volanti. Tuttavia fonti successive parlavano di un impiego destinato alla fornitura di connessione Internet e per la raccolta di dati, puntando dunque già il dito verso il progetto dedicato di Mountain View.
Ora, nei documenti si legge che i test dovrebbero iniziare dal primo gennaio prossimo e prolungarsi per 24 mesi ed interessare le frequenze tra i 71 ed i 76 GHz e quelle tra gli 81 e gli 86 GHz, ovvero frequenze ideali per la trasmissione di grandi quantità di dati ma a brevi distanze: probabilmente da utilizzare per scambiare dati tra i diversi palloni di Loon che invece si connetteranno a terra tramite LTE.
Per quanto, infatti, non si nomini mai il nome Loon e gran parte dei dati siano “riservati” e quindi rimossi dalla versione del documento resa pubblica, a fare richiesta del permesso è Astro Teller, il vertice di Google X Lab dove i palloni sono in sviluppo (insieme agli altri ambiziosi progetti, come i droni e le auto senza pilota) e si parla del proseguimento di esperimenti già condotti a Winnemucca, Nevada. E alcuni osservatori proprio qui hanno trovato un atto del Consiglio cittadino con cui si permette a Google di utilizzare la sua pista aeroportuale per testare “il lancio di dispositivi costituiti da palloni aerostatici”.
Claudio Tamburrino