Esposto a potenziali scandali diplomatici e a oltraggiose modifiche che ne hanno decretato la sospensione , Google Map Maker si prepara a riaffacciarsi online, a riaprire al contributo degli utenti.
La piattaforma approntata da Google per decentrare il miglioramento delle proprie mappe affidandolo alle competenze degli utenti prestava il fianco ad atti di vandalismo che le naturali dinamiche di controllo della community non hanno saputo contenere: è così che in Pakistan è comparsa un’area verde dalla forma di un’irriverente mascotte di Android intenta ad umiliare la mela di Apple, è così che semplici modifiche ai contatti segnalati sulle mappe hanno saputo intercettare le telefonate di cittadini che erano convinti di comunicare con l’FBI.
Google aveva in un primo momento scelto di sottarre alla community il compito del controllo, sobbarcandosi l’onere di monitorare la modifiche operando con algoritimi e revisori umani: il carico di lavoro si è però rivelato tanto insostenibile da propendere per l’interruzione del servizio.
La soluzione adottata ora per la riapertura del servizio torna ad affidarsi al contributo degli utenti, ma in una forma più strutturata: “selezioneremo dei mapper in ogni area del mondo e offriremo loro l’opportunità di diventare un “Regional Lead” su Map Maker – spiega Pavithra Kanakarajan, che rappresenta il team che si occupa del servizio – Le modifiche operate in un’area di responsabilità del Lead saranno analizzate dai sistemi automatici di moderazione di Google e dagli stessi Regional Lead”, limitando l’intervento dei moderatori di Google.
Sarà Mountain View a individuare gli utenti più adatti, e ad inviare loro un invito alla candidatura: con l’andare del tempo il numero dei moderatori crescerà, così da offrire un monitoraggio più attento e una più rapida pubblicazione delle modifiche apportate. A partire dai primi giorni di agosto Map Maker dovrebbe riaprire progressivamente al pubblico.
Gaia Bottà