Nonostante il forte e palese interesse nutrito da Google nei confronti degli strumenti di IA generativa, il gruppo non ha alcuna intenzione di lasciare che i contenuti creati con questi metodi finiscano per inficiare la qualità del proprio motore di ricerca: sono appena state annunciate novità legate ai criteri di ranking e di indicizzazione che prendono di mira, nel dettaglio, lo spam SEO e i contenuti non originali. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quando entreranno in vigore.
Spam SEO e contenuti non originali nel mirino di Google
Sulle pagine del blog ufficiale si legge Crediamo che questi aggiornamenti possano ridurre il volume di contenuti di bassa qualità tra le ricerche e veicolare più traffico sui siti utili e di qualità elevata
. Così facendo, bigG va incontro alle necessità manifestate dagli utenti. Sono infatti molti coloro che quotidianamente si affidano al servizio per cercare e trovare informazioni online e, nell’ultimo periodo, si sono accorti di un peggioramento della situazione.
In termini di efficacia, l’impatto sulle SERP delle modifiche annunciate, insieme a quello di altre iniziative già messe in campo con lo stesso obiettivo, dovrebbe tradursi in una riduzione del 40% dei contenuti non originali tra le pagine dei risultati.
Gli aggiustamenti agli algoritmi di indicizzazione saranno operativi a partire dal mese di maggio. Il gruppo di Mountain View ha voluto renderli noti con due mesi di anticipo.
Nel post sul blog ufficiale, Google non cita mai espressamente gli strumenti di intelligenza artificiale. Il riferimento è però lampante. Si legge: Questa policy è stata pensata, in origine, per gestire i contenuti generati su larga scala in cui era palese il coinvolgimento di un automatismo
. Di quali tool si tratta? A essere chiamati in causa sonpo ChatGPT, Gemini e altri tool di questo tipo.
Saranno interessati dai cambiamenti anche quei siti ritenuti autorevoli e di qualità, che però ospitano contenuti considerati di basso valore. Spesso, sono realizzati da terze parti e pubblicati a pagamento. In questi casi, l’obiettivo è esclusivamente posizionarsi in cima alle pagine dei risultati. E, così facendo, sfruttando la reputazione del dominio, veicolare traffico verso i prodotti o i servizi pubblicizzati. Per queste risorse sono in arrivo penalizzazioni. La reale efficacia dei cambiamenti è tutta da verificare.