Alphabet ha condiviso i risultati finanziari dell’ultimo trimestre e ha confermato il suo strapotere, che appare ora estendersi oltre al search e all’advertising, segno che le scommesse e le acquisizioni di startup e imprese effettuate in passato stanno dando i loro frutti.
Il fatturato è cresciuto del 22 per cento anno su anno, arrivando a oltre 26,06 miliardi di dollari con gli introiti netti che arrivano a 5,3 miliardi di dollari: cifre che anche se non soddisfano appieno gli osservatori, tanto che il titolo chiude con un meno 2 per cento nelle contrattazioni conseguenti all’annuncio della trimestrale, confermano la crescita costante e continua di BigG.
Google, inteso complessivamente, incluso Play Store e vendite hardware, continua a fare la parte del gigante con 25,8 miliardi di fatturato e pertanto Alphabet rimane un’azienda fortemente legata al search e all’advertising, settore nel quale detiene ancora circa il 78 per cento del market share desktop e il 90 di quello legato ai dispositivi mobile : i click per Google sono anzi incrementati ancora del 36 per cento nell’ultimo trimestre, anche se il costo unitario per click sul suo advertising sceso del 15 per cento.
In generale è il momento a far sorridere Mountain View che, in controtendenza con un mercato volatile, fa valere una costanza ( come Facebook ) nella quale riesce ad incastrare anche investimenti pesanti e progetti a lungo periodo che iniziano anche a dare i propri frutti, come dimostra per esempio l’impegno nell’azienda operativa nell’ambito della salute Verily Life Sciences che ora ha ottenuto un investimento da 800 milioni di dollari dalla società basata a Singapore Temasek.
Il CFO Ruth Porat non nasconde l’entusiasmo: “La nostra crescita nel quarto trimestre del 2016 è stata eccezionale – una performance trainata dal search mobile e da YouTube”. Inoltre, incidentalmente, per il terzo anno consecutivo il fatturato di BigG batte quelli di Microsoft : il sorpasso avvenuto nel 2015 è dunque ormai consolidato.
Questo, peraltro, anche escludendo dal conto la parte, seppur marginale, costituita da Fiber, Nest e Waymo (la divisione delle auto senza pilota), che in ogni caso stanno iniziando a far sorridere Mountain View: tali iniziative, comprese nel capitolo della trimestrale classificato come “other bets” (altre scommesse), hanno registrato un fatturato pari a 262 milioni di dollari rispetto ai 150 milioni del corrispondente periodo dell’anno scorso (per un totale annuo di 809 milioni di dollari) e le perdite sono scese da 1,2 miliardi di dollari del quarto trimestre del 2015 a 1,1 miliardi, un numero rilevante se visto nell’ottica di lungo periodo e nei ritmi auspicabili per una startup di successo.
Claudio Tamburrino