Google ha appena rilasciato Gemini 2.0 Flash Thinking, ed è il suo primo modello AI che ragiona, come OpenAI o1. È disponibile su AI Studio, la piattaforma per gli sviluppatori di Big G.
Gemini 2.0 Flash Thinking, un’AI che ragiona sui problemi più complessi
Secondo quanto dichiarato da Google, questa AI è in grado di “ragionare sui problemi più complessi” in campi come la programmazione, la matematica e la fisica. Jeff Dean, capo scientifico di Google DeepMind, ha spiegato che Gemini 2.0 Flash Thinking è “addestrata a usare i pensieri per rafforzare il suo ragionamento“. In pratica, più tempo le si dà per “riflettere” su una domanda, migliori saranno i risultati.
Ma come funziona questo modello AI che ragiona? In teoria, quando le si pone una domanda, Gemini 2.0 Flash Thinking si prende una pausa prima di rispondere. Considera una serie di spunti correlati e “spiega” il suo ragionamento lungo il percorso. Dopo un po’, l’AI riassume quella che ritiene essere la risposta più accurata.
La corsa ai modelli AI che ragionano è iniziata
Dopo il lancio di OpenAI o1, c’è stata un’esplosione di modelli di ragionamento da parte dei laboratori di AI rivali, non solo di Google. DeepSeek e Alibaba hanno già presentato i rispettivi rivali. Bloomberg ha riportato che Google ha diversi team che sviluppano modelli di ragionamento, con almeno 200 ricercatori che si concentrano su questa tecnologia.
Perché tanto interesse per le AI che ragionano? Prima di tutto, per migliorare l’AI generativa. Le tecniche di “forza bruta” finora utilizzate per aumentare le dimensioni dei modelli non porta più a miglioramenti significativi delle prestazioni.
Non tutti sono convinti che i modelli di ragionamento siano la strada migliore da percorrere. Tendono a essere costosi, per via dell’enorme potenza di calcolo richiesta. E anche se finora hanno ottenuto buoni risultati nei benchmark, non è chiaro se i modelli di ragionamento possano mantenere questo ritmo di progresso. In ogni caso, Gemini 2.0 Flash Thinking è ancora in fase sperimentale e c’è sicuramente margine di miglioramento.