Google: multa in India per posizione dominante su Android

Google: multa in India per posizione dominante su Android

Google ha ricevuto una multa di 162 milioni in India per abuso di posizione dominante andando a favorire la sua suite di app su Android.
Google: multa in India per posizione dominante su Android
Google ha ricevuto una multa di 162 milioni in India per abuso di posizione dominante andando a favorire la sua suite di app su Android.

Dopo la multa in Russia ricevuta a giugno scorso, Google si è da poco “beccata” una nuova sanzione in India per la concorrenza che ha accusato l’azienda di abuso di posizione dominante in più mercati andando a favorire la suite proprietaria di app su Android. La multa da pagare ammonta alla modica cifra di 162 milioni di dollari.

Google: sanzione da 162 milioni di dollari dalla Commissione indiana

Andando più nello specifico, la Commissione indiana ha sanzionato il colosso di Mountain View per aver presumibilmente applicato una condizione ingiusta ai produttori di smartphone a cui sarebbe stato imposto di preinstallare le app di Google come parte degli accordi per l’utilizzo di Android.

La Commissione indiana ritiene altresì che “big G” stia cercando di eliminare la concorrenza nelle ricerche, su app store, browser e servizi per i video, richiedendo che in tutti gli smartphone basati su Android e muniti di Play Store debbano esserci necessariamente anche Chrome e YouTube in home screen. L’alternativa esiste ed è quella di ricorrere alla versione AOSP (Android Open Source Project) di Android, ma ciò comporta pure la perdita di tutti i servizi Google.

Pagamento della multa a parte, l’ordine esecutivo prevede che Google metta fine alla pratica descritta poc’anzi, permettendo ai singoli produttori di decidere le app da preinstallare. Inoltre, Google non è autorizzato a negare l’accesso al Play Services, ad includere clausole “antiframmentazione” e ad offrire incentivi in cambio di offerte di ricerca esclusive.

Viene specificato pure che devono essere presenti gli app store di terze parti come alternativa al Play Store e che ai singoli utenti deve venire offerta la possibilità di determinare personalmente il motore di ricerca da adoperare e se mantenere o disinstallare le app di Google.

Fonte: TechCrunch
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Pubblicato il
21 ott 2022
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