Parigi – La Francia si conferma terra difficile per le net-companies americane: Google ha perso ancora una volta in tribunale ed è stata multata per violazione di trademark. La causa? Il suo servizio di pubblicità online AdWords , che consente agli inserzionisti di associare i loro spot alle parole chiave inserite dagli utenti sulle pagine del motore di ricerca.
A denunciare Google per abuso di marchio commerciale e ad ottenere una sanzione di 200mila euro a carico della società americana è stata la Luis Vuitton Mallatier , una delle più celebri case di design e moda francesi. La Vuitton aveva sporto denuncia all’inizio del 2004.
Non è difficile comprendere come la vedano quelle società che stanno denunciando Google in questi mesi. La stessa Vuitton ha spiegato con chiarezza come dal suo punto di vista sia “inaccettabile che Google venda il marchio Vuitton a terzi”. Tanto più che talvolta gli spot che apparivano sulle pagine dei risultati, secondo Vuitton portavano a siti che vendevano falsi Vuitton, ossia merce contraffatta.
Ciò che maggiormente colpisce di questa sentenza, però, è il fatto che consolida una tendenza che certamente preoccupa i piani alti del Googleplex. E’ infatti la seconda volta in poco tempo che Google in Francia viene denunciato e condannato per la stessa ragione. Non che l’intero business di AdWords sia legato all’uso di marchi commerciali, non che le decisioni francesi valgano per tutta Europa o tutto il Mondo ma di certo il fatto che vengano presi di mira con successo gli usi dei trademark come parole chiave indica un possibile futuro nebuloso per un servizio che contribuisce enormemente alla crescita finanziaria di Google .
Come si ricorderà, ad ottenere soddisfazione in tribunale contro la grande G è stata recentemente la catena alberghiera francese Le Meridien Hotels . In quel caso , proprio come accadeva con Vuitton, l’utente che avesse cercato un hotel Le Meridien nella pagina dei risultati della sua ricerca avrebbe trovato, sulla destra, i link sponsorizzati dei concorrenti dell’azienda transalpina. Una situazione che sul piano commerciale la società non ha digerito, ritenendo appunto l’operazione una violazione del proprio trademark.
Rimane a favore di Google un fin qui diverso atteggiamento dei tribunali americani. Nell’unico caso arrivato a sentenza, infatti, negli USA Google ha vinto sulla Geico , che chiedeva i danni per l’uso del proprio trademark da parte degli inserzionisti di Google. Rimane da vedere come uscirà dal procedimento voluto dalla American Blind and Wallpaper Factory , procedimento che deve ancora concludersi.