Come ampiamente promesso , Mountain View ha fatto esordire al grande pubblico il suo Google Music.
Il servizio musicale cloud-based , così, completa la fase di beta testing ed esordisce negli Stati Uniti su Android Marketplace in tempo per rispondere al colpo segnato da Apple con il rilascio di iTunes Match e entrambi si aggiungono all’offerta cloud di Amazon già sul mercato.
Google Music permette gratuitamente agli utenti di caricare sulla nuvola le proprie canzoni (per un massimo di 20mila canzoni), condividerle con i propri contatti e sincronizzarle su tutti i propri dispositivi Android. Permette anche di acquistare tracce, che vengono anche “sponsorizzate” attraverso una serie di suggerimenti ritagliati sui gusti studiati sulle canzoni già caricate dall’utente.
Tutta la musica contenuta su Google Music può essere ascoltata su ogni dispositivo Android in streaming o anche salvata su un dispositivo (senza ulteriori tempi di attesa di sincronizzazione) per l’ascolto offline.
Agli utenti dà la possibilità di caricare gratuitamente sui server fino a 20mila brani conservati in qualità MP3 320 Kbps, mentre per esempio l’iniziale storage gratuito messo a disposizione di Amazon si aggira intorno ai 5GB.
Per quanto riguarda la condivisione offre un’interessante integrazione con Google+ , attraverso cui i propri seguaci ottengono un ascolto intero gratuito della musica condivisa.
Per quanto riguarda i diritti di proprietà intellettuale chiamati in causa, Mountain View aveva parlato di voler accogliere tutte le richieste dei legittimi detentori dei diritti alla maniera di YouTube. Parole che sembrano riferirsi a controlli ex-post e non preventivi: gli armadietti digitali di Google, dunque, anche senza monitoraggio delle parti terze (in quanto per definizione privati) potrebbero non essere così permissivi su eventuali caricamenti illeciti sulla sua nuova nuvola. Anzi, potrebbero rappresentare una via in più per spingere verso l’acquisto legale di musica contro il suo download illegale , nonché per slegarli dallo stretto abbraccio di iTunes.
Per questo gli osservatori hanno nutrito dubbi sulla necessità da parte di Google di sottoscrivere accordi di licenza ad hoc con le major per legittimare il suo servizio: ma manca all’appello ancora Warner .
Nonostante questa assenza Google, per quanto riguarda la musica da acquistare su Android Marketplace, annovera collaborazioni con tutte le altre, Universal Music Group, Sony Music Entertainment, EMI e altre etichette indipendenti (più di mille), tra cui Merge Records, Warp Records, Matador Records, XL Recordings e Naxos: in parte si tratta di brani gratuiti, mentre altri costeranno 69 centesimi, 99 o 1,29 dollari, lo stesso prezzo di iTunes.
Per l’esordio, inoltre, Google offre alcuni contenuti in esclusiva tra cui brani dei Coldplay, un album live dei Rolling Stone e il primo single del nuovo album di Busta Rhymes .
Inoltre, Mountain View ha deciso di offrire agli artisti la possibilità di caricare direttamente le proprie tracce da mettere in vendita attraverso la funzione Artist Hub. Questi brani dovrebbero tuttavia rimanere divisi dalle offerte “consigliate” e in vetrina, in modo tale da mantenere in evidenza i brani che più hanno possibilità di interessare ai consumatori e in modo che gli utenti non debbano passare attraverso miriadi di titoli sconosciuti prima di riuscire a trovare quanto desiderato.
Claudio Tamburrino