Google avrebbe negato lo sviluppo di una applicazione per il riconoscimento facciale , contraddicendo la notizia riportata ieri da CNN , che affermava che BigG stesse lavorando allo sviluppo di tale tecnologia in grado di identificare le persone e di accedere a dati personali utilizzando foto rinvenute online.
L’applicazione, che secondo quanto riportato da CNN sarebbe in fase di test, permetterebbe ai possessori di dispositivi mobile di scattare fotografie dei loro amici e automaticamente essere rimandati ai profili pubblici di Google o all’account di un social network degli stessi, collegando un volto ad una identità.
Al fine di essere identificato con il software – è stato specificato nell’articolo di CNN dal tecnico di Google per il presunto sviluppo di tale applicazione Hartmut Neven – gli utenti avrebbero dovuto accettare le condizioni d’uso che permetterebbero a Google di accedere alle informazioni del profilo e fornirle a chi ne facesse richiesta. Una volta scattata la foto, si sarebbe potuto accedere ad una serie di informazioni personali come nome, numero di telefono e indirizzo email.
Google ha però respinto ogni indiscrezione riguardo all’esistenza dell’applicazione, spiegando che la diffusione di tale notizia sarebbe frutto di una sbagliata interpretazione dell’intervista effettuata da CNN circa le intenzioni di Mountain View. Big G ha pertanto spiegato che per approvare una applicazione di questo tipo si dovrebbe essere completamente sicuri di non incappare in problemi legali e dunque che, proprio per questo motivo, non ci sarebbe nulla da annunciare in merito.
La tutela della privacy, con tale app, sarebbe completamente negata: una semplice immagine potrebbe collegare l’utente al suo profilo Google e a tutti i dati personali ad esso collegati. Proprio per tale motivo, e forse in considerazione della reputazione in materia di privacy per via, ad esempio, del servizio di mappatura di Street View, Google ha dichiarato che non rilascerà un applicazione mobile con queste caratteristiche se non si troveranno garanzie appropriate per assicurare la privacy ad ogni utente.
Raffaella Gargiulo