Google News ha annunciato un canale dedicato per l’informazione affidabile sul tema Covid-19. Appare infatti ormai chiaro come l’informazione di queste settimane sia in gran parte orientata su questo tema, specchietto attraverso cui leggere cronaca, politica, economia, società, sport ed ogni altro fronte: la pandemia è globale e onnipresente, ma in questa bulimia di notizie diventa difficile sia distinguere il vero dal falso che le fonti valide da quelle meno valide.
Per accedere al canale è sufficiente un click o una richiesta vocale all’Assistente Google.
Google per Covid-19: un confronto con Newsguard
Per comprendere la bontà del lavoro di Google sul proprio canale “Covid-19” abbiamo quindi fatto un semplice esperimento, confrontando il giudizio del motore di ricerca con quello di Newsguard. Quest’ultimo, infatti, è un servizio che basa il proprio giudizio proprio sull’analisi giornalistica delle fonti e del modo in cui trattano specifici temi: fin dall’avvento del Coronavirus, Newsguard ha monitorato le principali fonti online cercando quali fossero quelle maggiormente propense alla disinformazione – dolosa o meno che fosse – sul tema.
I giornalisti di NewsGuard hanno analizzato migliaia di siti di notizie in Europa e negli Stati Uniti. Dopo esserci consultati con agenzie governative, Ong, e reti bibliotecarie, i cui clienti già usufruiscono gratuitamente di NewsGuard, abbiamo deciso di rimuovere il paywall dalla nostra estensione del browser per aiutare a combattere la disinformazione sul Covid-19 che sta circolando in tutto il mondo.
Tutto materiale che dovrebbe interessare la task force del Governo sulle fake news, probabilmente:
Nelle ultime settimane, il team di analisti di NewsGuard ha iniziato a notare un certo numero di siti che diffondevano informazioni false sul Covid-19, tra cui articoli diventati virali sui social media. NewsGuard ha identificato fino ad ora 132 siti che hanno pubblicato informazioni false o fuorvianti sul virus. Queste informazioni false includono, ad esempio, affermazioni secondo cui il virus può essere combattuto con l’assunzione di candeggina o argento colloidale, entrambi potenzialmente fatali per gli esseri umani. Anche prima della pandemia di Covid-19, i dati di NewsGuard indicavano che oltre uno su 10 dei siti di notizie con cui gli utenti interagiscono ogni mese in Italia, Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania, è un sito che ha pubblicato informazioni false in materia di salute
Un lavoro portato avanti con giornalisti in collaborazione con l’Ordine dei Medici, insomma, per cercare di capire quale fosse la linea da tracciare tra informazione valida e disinformazione, pur nelle mille sfumature che l’informazione di bassa qualità può presentare. Il confronto con Google appare chiaro: così come Newsguard è netto nei propri giudizi, arrivando a citare in modo esplicito le fonti che sulla Covid-19 avrebbero pubblicato vere e proprie falsità, il motore di ricerca appare ben di più di manica larga, evitando di tagliare fuori notizie e fonti già bocciate da Newsguard:
Oltre a quelle etichettate come poco affidabili in generale, Newsguard pone inoltre l’attenzione su fonti specifiche che, benché non sempre indicate come inattendibili, lo sarebbero comunque state in modo specifico sul tema Covid-19. Questo l’elenco dei bocciati:
- Affaritaliani.it
- CaffeinaMagazine.it
- Corvelva.it
- Disinformazione.it
- GospaNews.net
- IlPopulista.it
- IlPrimatoNazionale.it
- ImolaOggi.it
- It.SputnikNews.com
- LaVoceDelTrentino.it
- Leggilo.org
- MaurizioBlondet.it
- MedNat.org
- PandoraTv.it
- Renovatio21.com
- ScenariEconomici.it
- SegniDalCielo.it
- StopCensura.info
- Tgcom24.mediaset.it
- ViralMagazine.it
- VoxNews.info
Google e Newsguard non sono quindi allineate e giudicano in modo parzialmente differente le fonti: impossibile del resto tracciare una linea di separazione netta tra il “buono” e il “cattivo”. Anche queste considerazioni sono materia utile per quella task force che vorrebbe approfondire il tema per capire cosa si possa fare per migliorare la situazione. Strumenti aggregativi come quello di Google hanno alta responsabilità, ma filtrando un minimo le fonti e togliendo spazio alla disinformazione portano avanti già un utile servizio alla corretta informazione delle persone.
Il prossimo step sarà lavorare sul senso critico dei lettori, cosa afferente però più al livello di cultura generale che non ad una qualche soluzione di tipo algoritmico.