Google News ha deciso di darsi un tono: continuerà a vestire i panni del “giornalaio”, ma con qualche fiore all’occhiello, da vero editore. Da venerdì scorso, infatti, la versione americana del canale news ospita in hosting i contenuti prodotti da Associated Press ( AP ), Agence France-Presse ( AFP ) e Press Association ( PA ). La novità è apparentemente marginale – si accede direttamente alle news e alle foto rimanendo sulla piattaforma Google – ma in verità cela una notevole virata del modello di business e della strategia editoriale.
Come sanno bene gli addetti ai lavori, e sottolinea The Age tra gli altri, Google News non ha raggiunto gli obiettivi di audience sperati. Secondo le ultime rilevazioni di comScore Media Metrix lo scorso luglio sono stati registrati non più di 9,6 milioni di lettori; un’inezia se confrontati con i 33,8 milioni di Yahoo News. A questo punto una delle strade percorribili non poteva che essere quella di una solida partnership con le agenzie stampa – sulla falsa riga di quelle siglate dai competitor Microsoft MSN, Time Warner AOL e la stessa Yahoo.
Gli effetti di questi accordi, sebbene i dettagli finanziari siano ancora segreti, andranno a colpire un po’ tutti gli attori dello scenario. Gli utenti godranno di almeno un importante vantaggio: saranno eliminati i link alle testate online clienti delle tre agenzie. Insomma, non si dovrà perdere più tempo fra i siti che ri-pubblicano gli stessi contenuti; sarà sufficiente accedere agli originali in hosting su Google News. Allo stesso tempo – almeno per ora – non sono previste pubblicità di cornice ai pezzi AP, AFP e PA. Queste le prime indicazioni di Josh Cohen , business product manager della stessa Google News.
Per quanto riguarda, invece, le testate online e i broadcaster è evidente che alcuni subiranno una diminuzione del traffico – e quindi delle entrate pubblicitarie. Certamente saranno “scottate” dalla rinnovata strategia sia le realtà online sotto contratto con le tre agenzie, sia quelle meno blasonate caratterizzate da un uso eccessivo di comunicati stampa. Le prime non verranno più citate; le altre se la dovranno vedere con le stesse fonti ufficiali che utilizzano più spesso.
Chi è destinata comunque a guadagnarci editorialmente è Google. Secondo Cohen “alcuni editori potrebbero perdere il traffico generato dalle news da prima pagina, ma disporre anche di nuovi spazi per servizi auto-prodotti”. Condivide la stessa opinione Vlae Kershner, caporedattore del sito del San Francisco Chronicle : “Queste novità avranno un minimo impatto sul nostro traffico”.
Di diverso avviso, invece, Caroline Little, CEO ed editore del Washingtonpost.Newsweek Interactive . “Sono preoccupata per ogni cosa che possa erodere le entrate pubblicitarie. Questo è il modo in cui noi guadagniamo. Baderemo alla questione con attenzione”.
Dario d’Elia