Quotidiani online di mezzo mondo si affannano per comprendere le logiche insondabili che si celano dietro le prime pagine di Google News. C’è chi cerca visibilità e traffico, c’è invece chi non tollera che i propri contenuti rimbalzino in rete. L’associazione di editori belgi Copiepresse pretende da Mountain View una manciata di milioni di euro a titolo di risarcimento per una visibilità indesiderata .
La richiesta di risarcimento rappresenta l’ultimo atto di un processo iniziato nel 2006: Copiepresse aveva richiesto e ottenuto che Google non indicizzasse le notizie pubblicate da quotidiani di lingua francese e tedesca che facevano parte del gruppo editoriale. Non era la prima occasione in cui Google News finiva nel mirino degli editori, non era la prima volta in cui Google opponeva le proprie proteste appellandosi all’istituto giuridico dell’ uso legittimo dei contenuti . Il tribunale belga aveva condannato la grande G, ma Google aveva promesso di ricorrere in appello: il caso deve essere ancora valutato dai giudici, e gli accordi che si sarebbero dovuti negoziare tra Google e Copiepresse sembrano essersi arenati .
Mountain View, se nel frattempo è tornata ad indicizzare i contenuti degli editori belgi, a quanti non gradissero di godere di visibilità e traffico ha dispensato degli strumenti ancor più semplici per disinnescare il ruolo di gatekeeper che esercita sui contenuti a favore degli utenti.
Ma Copiepresse è tornata alla carica: da Google, che a parer loro ha calpestato i diritti degli editori archiviando e pubblicando contenuti senza chiedere il permesso, pretende un risarcimento che oscilla tra i 32,8 e i 49,2 milioni di euro . La stima è stata stilata considerando gli articoli indicizzati e archiviati in cache da Google a partire dall’aprile 2001 e quelli comparsi su Google News a partire dal 2006. Su Google pende un’ulteriore richiesta: Copiepresse chiede che BigG pubblichi per 20 giorni una copia della decisione del giudice sia su news.google.be , sia su google.be , o che corrisponda un milione di euro per ogni giorno in cui BigG decida di non dare visibilità alla decisione del tribunale.
Google, in attesa di esaminare le nuove accuse scagliate da Copiepresse, torna a ribadire il proprio diritto di link e il proprio diritto a pubblicare un titolo e un breve estratto di una notizia. Un diritto che consente all’informazione di fluire in rete in maniera dinamica, un diritto che, osservano in molti, si traduce per gli editori in visibilità, in traffico da rivendere agli inserzionisti.
Gaia Bottà