La vendita di Chrome è sicuramente il rimedio più pubblicizzato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. In realtà, l’impatto maggiore sui profitti di Google potrebbe derivare dall’accesso ai dati di ricerca. Durante il processo sui rimedi, il responsabile dello sviluppo di ChatGPT (Nick Turley) ha dichiarato che OpenAI voleva sottoscrivere un accordo con l’azienda di Mountain View.
Indice di ricerca, il tesoro di Google
Durante la sua testimonianza, Turley ha evidenziato che lo sviluppo di un super assistente non è possibile senza una tecnologia di ricerca. OpenAI sfrutta quella di Bing, grazie al contratto sottoscritto con Microsoft (che ha investito 13 miliardi di dollari nella startup californiana).
Senza nominare Microsoft, il dirigente di OpenAI ha dichiarato che la sua tecnologia di ricerca ha “significativi problemi di qualità“. Non può essere quindi una soluzione a lungo termine. L’azienda guidata da Sam Altman ha contattato Google per un eventuale accordo commerciale, ma non ha ricevuto nessuna risposta.
OpenAI ha avviato lo sviluppo di un indice di ricerca proprietario, ma è quasi impossibile ottenere risultati affidabili come quelli di Google. Turley ha sottolineato che l’accesso all’indice di ricerca di Google permetterebbe di accelerare lo sviluppo (la ricerca AI è un altro mercato rilevante). Questo è ciò che vuole ottenere il Dipartimento di Giustizia.
Poche ore prima l’inizio del processo, l’azienda di Mountain View ha pubblicato un post per evidenziare che la condivisione dei dati di ricerca rappresenta un rischio per sicurezza e privacy.
Turley ha dichiarato che OpenAI potrebbe essere interessata all’acquisto di Chrome, se Google sarà costretta a vendere. Oggi esiste un’estensione di ChatGPT per il browser, ma una stretta integrazione offrirebbe “un’esperienza incredibile”.