Google non teme l'Antitrust

Google non teme l'Antitrust

L'azienda di Mountain View tranquillizza tutti. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. L'operato dei Dipartimento di Giustizia è ordinaria amministrazione
L'azienda di Mountain View tranquillizza tutti. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. L'operato dei Dipartimento di Giustizia è ordinaria amministrazione

La pressione dell’Antitrust statunitense non sembra impensierire troppo i dirigenti di Google . Dai piani alti di Mountain View giungono infatti commenti che suonano tutt’altro che preoccupati: “Non c’è motivo di temere alcunché da questa indagine – spiega Dana Wagner, consulente di Google – stanno solamente eseguendo normali procedure. Non starebbero facendo il loro lavoro se non tenessero d’occhio tutte le aziende che gli si ordina di osservare”.

Secondo Wagner l’amministrazione Obama si sta rendendo conto sia del ruolo cruciale giocato dalla tecnologia che della posizione di Google , che si trova ad essere il crocevia di quasi tutto il traffico Internet: “È comprensibile – continua Wagner – che il governo voglia scrutare attentamente ciò che accade dentro al Googleplex”.

Manifestando fiducia per la Casa Bianca Wagner non ha però risparmiato una stoccata agli avversari, insinuando che le pressioni sulle indagini nei confronti di BigG siano in realtà orchestrate da terze parti invidiose dell’indiscutibile successo dell’azienda, le cui difese sono state prese anche dal capo della comunicazione di Google Adam Kovacevich.

In un documento pubblicato di recente Google riconosce di trovarsi in una posizione di dominanza, ricordando però che in passato anche Yahoo!, Altavista e Lycos hanno calcato lo stesso palcoscenico: “Siamo consapevoli – continua Kovacevich – di trovarci in una situazione molto instabile. Ciò si evince dal fatto che quando a gennaio si verificò un problema al nostro search engine i netizen migrarono su Yahoo! fino a quando la falla non venne sistemata”.

BigG sostiene quindi di essere pulito e di rispettare la legislazione statunitense in materia di concorrenza: resta ora da vedere quale effetto avranno queste dichiarazioni sugli organi statali impegnati a giudicare il comportamento di Google. (G.P.)

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Pubblicato il
15 giu 2009
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