La Federal Trade Commission (FTC) starebbe preparando un’indagine nei confronti di Google e altre aziende del settore della ricerca online.
Ad attirare l’attenzione della Commissione federale l’eventualità che i motori di ricerca manipolino i risultati di una query per gonfiare il traffico dei propri siti e dei propri servizi . Sulle stesse tracce si starebbero peraltro muovendo i procuratori generali di California, New York e Ohio.
Essendo questa l’ipotesi contestata, ed avendo Google un sostanziale monopolio del settore (arriva a detenere oltre il 64 per cento del market share dei motori di ricerca negli Stati Uniti e addirittura il 90 per cento a livello mondiale) è logico supporre che il principale accusato dell’eventuale indagine conseguente a queste indagini sarà Mountain View.
La questione, d’altronde, non è così semplice: per l’ordinamento statunitense (come per quello europeo) non sono illecite le posizioni di monopolio, ma il loro eventuale sfruttamento abusivo e lesivo del mercato e dell’ingresso di nuovi operatori e concorrenti .
I rappresentanti di Fairsearch.org , un gruppo che raccoglie i principali critici di Google tra cui Microsoft, Expedia, Kayak.com e Sabre Holding , e che è nato in seguito al suo ingresso nel settore dei biglietti aerei con l’acquisto della startup ITA, hanno dichiarato che “Google adotta comportamenti anti-concorrenziali che danneggiano i consumatori restringendo le possibilità di scelta online e relegando nel dimenticatoio i prodotti e i servizi potenzialmente migliori, che dovrebbero essere scelti dagli utenti”.
La questione della posizione dominante di Google sta attualmente passando lo scrutinio anche delle autorità antitrust europee: ad esse si è rivolta proprio Microsoft per contestare a Mountain View “una serie di azioni adottate per trincerare il suo dominio nel settore delle ricerche e dell’advertising online a discapito degli utenti europei”.
Google non ha commentato l’ipotesi di indagine, che se fosse confermata si concretizzerà nelle prossime settimane e sarà preceduta da una serie di richieste di informazioni da FTC a Google e alle aziende che collaborano con essa.
Claudio Tamburrino