Google ha acquisito da IBM altri 1023 brevetti , che si aggiungono così al migliaio già comprato a giugno sempre da Big Blue.
Mai fra le più attive sul capo della registrazione di brevetti, quasi reticente nei confronti dell’istituto della proprietà intellettuale, Mountain View ha dimostrato negli ultimi anni un netto cambiamento di strategia, accelerato per i multipli attacchi subiti dal suo sistema operativo mobile Android e dai suoi produttori hardware.
Per questo, nell’ottica della veloce costruzione di un portafoglio brevettuale con principale scopo difensivo (che non significa che non verrà usato per denunciare, ma semplicemente che avrà la funzione di scoraggiare le offensive grazie al principio della rappresaglia) Google ha iniziato a guardarsi intorno e a spendere con decisione, se non addirittura con fretta, in proprietà intellettuale.
In particolare, dopo la sconfitta nell’asta per i brevetti Nortel, Mountain View ha speso 12,5 miliardi di dollari per Motorola e i suoi 17mila titoli brevettuali e iniziato a far compere da IBM, da anni una delle più attive all’Ufficio Brevetti statunitense (dove si è aggiudicata circa 5mila brevetti solo lo scorso anno).
Proprio l’acquisizione a sorpresa di Motorola, per cui Google sta aspettando le approvazioni dei diversi antitrust nazionali, dimostrerebbe peraltro il peso che preme su Google su questo fronte: secondo indiscrezioni sarebbe stato lo stesso produttore hardware a spingere per la conclusione tempestiva dell’affare e a giocare sulla fretta di Google per strappare un prezzo più alto di circa 3 miliardi di dollari .
D’altronde, come fanno notare alcuni osservatori , l’ipotesi di un accordo di Motorola con Microsoft ed Apple avrebbe rischiato di costituire una mossa sconveniente per Android, che sarebbe stato colpito nel suo produttore più armato brevettualmente e ancor più gravi sarebbero state le ipotesi di acquisizione di Motorola da parte di un’altra azienda, oppure il suo passaggio alla produzione di Windows Phone 7 o l’adozione di una strategia offensiva di Motorola nei confronti degli altri produttori Android .
Claudio Tamburrino