Roma – Google vuole scendere nell’arena del computing distribuito online, basato sulla raccolta degli sforzi di migliaia o milioni di computer connessi ad internet. E intende farlo attivando nuove funzionalità nella propria toolbar.
Il celebre motore di ricerca ha iniziato le sperimentazioni coinvolgendo circa 500 persone dotate di sistemi Windows. Questi possono partecipare, utilizzando la toolbar, al progetto di ricerca Folding@Home dell’Università di Stanford, un progetto su come siano trasformate in proteine alcune specifiche informazioni genetiche.
Il progetto richiede una notevole capacità di calcolo per l’elaborazione e ciascun aderente all’iniziativa di Google “dona” all’Università una parte delle capacità di processo del proprio elaboratore quando non lo utilizza per altri scopi.
Questo sistema di computing distribuito, per Google appunto in fase sperimentale, si va diffondendo da tempo e coinvolge già molti utenti in progetti come la ricerca sui tumori , dove Intel svolge un ruolo preminente. Ma il primo e più celebre progetto di questo tipo è quello che supporta la ricerca di attività extraterrestri nello spazio, Seti@Home . In Italia il CNR da tempo ha iniziato ad affrontare la questione delle opportunità del computing distribuito via internet.