Google ha accettato di pagare 326 milioni di euro per tasse arretrate. La somma è circa un terzo di quella richiesta a fine giugno 2024. La Procura di Milano ha chiesto quindi la chiusura del procedimento. Simili accordi sono stati sottoscritti in passato con Netflix e Airbnb. Amazon non avrebbe invece versato 1,2 miliardi di IVA.
Omessa dichiarazione dei redditi
L’azienda di Mountain View è finita sotto le lente del fisco italiano da molti anni. Nel 2017 ha versato circa 306 milioni di euro per chiudere un procedimento relativo ai 15 anni precedenti. Anche stavolta è stato evitato uno scontro legale con il pagamento di 326 milioni di euro (imposte, sanzioni e interessi) in un’unica soluzione.
La Procura di Milano, in collaborazione con Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate, ha accertato l’omessa dichiarazione dei redditi prodotti in Italia tra il 2015 e il 2019. Tali redditi sono derivanti dalle ritenute non applicate sulle royalties corrisposte alle società estere appartenenti al medesimo gruppo per utilizzo e sfruttamento, da parte della sede italiana, di programmi, algoritmi, marchi e proprietà intellettuali.
Le tasse erano dovute perché Google ha una presenza stabile in Italia con server e infrastruttura tecnologica necessaria per il funzionamento dei servizi digitali. Nella richiesta di archiviazione della Procura di Milano viene evidenziato che si tratta di elusione fiscale (non evasione). La somma è stata quantificata tenendo conto del comportamento collaborativo di Google.
Simili accordi extragiudiziali sono stati sottoscritti con Netflix (55 milioni di euro) e Airbnb (576 milioni di euro). Ancora in corso i procedimenti nei confronti di Meta (accusata di non aver versato 887 milioni di IVA) e di Amazon (presunta evasione IVA per 1,2 miliardi di euro).