La Data Protection Commission (DPA) dell’Irlanda ha annunciato l’avvio di un’indagine per verificare se Google ha violato il GDPR (Regolamento generale sulla protezione dei dati) con il suo modello PaLM 2. L’autorità vuole stabilire se l’azienda di Mountain View ha rispettato tutti gli obblighi prima di usare le informazioni personali dei cittadini europei.
Valutazione di impatto
L’argomento è stato già trattato in diverse occasioni. Riguarda l’uso dei dati degli utenti per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa, senza una preventiva autorizzazione. Google, Meta, OpenAI, xAI e altre aziende “rastrellano” i dati pubblici necessari per “sfamare” i modelli. In questo caso si tratta di PaLM 2 (Pathwaya Language Model 2), annunciato durante la conferenza Google I/O 2023.
È stato utilizzato per il chatbot Bard (nome precedente di Gemini), in particolare per aggiungere il supporto ad oltre 100 lingue (oggi Google sfrutta i modelli della famiglia Gemini). Considerato che i dati possono contenere informazioni sensibili, l’articolo 35 del GDPR impone l’obbligo di una valutazione di impatto prima di procedere al trattamento dei dati.
La DPC dell’Irlanda vuole verificare se Google ha rispettato questo obbligo. L’autorità irlandese collaborerà con altre autorità europee. L’obiettivo è stabilire regole comuni che riguardano l’elaborazione dei dati personali nello sviluppo dei modelli IA.
Un portavoce dell’azienda californiana ha dichiarato:
Prendiamo sul serio i nostri obblighi ai sensi del GDPR e lavoreremo in modo costruttivo con la DPC per rispondere alle loro domande.
In seguito ad una richiesta della DPC, Meta ha sospeso il lancio delle funzionalità IA in Europa e Regno Unito. xAI ha invece promesso che non userà i dati degli utenti europei per addestrare Grok.