Google ha pagato la multa da un milione di euro inflittagli lo scorso 18 dicembre dal Garante italiano per la protezione dei dati personali per le violazioni rivelate in Street View.
L’autorità aveva deciso di multare l’azienda ICT per la violazione degli articoli 13, 162 e 164 del codice per la tutela della privacy , relativi alla mancanza di informativa agli utenti e della creazione di una “banca dati di particolari dimensioni in occasione della raccolta di dati effettuata dalla società mediante le c.d. Google cars nell’ambito del servizio denominato Street View”.
L’avvio delle indagini risale al 2010 , passato del tempo da quando le macchine del servizio di mappatura di Google hanno iniziato a percorrere le strade di tutto il mondo, arrivando anche in Italia per fotografare a tappeto il territorio, le case e le persone casualmente inquadrate .
A non piacere all’autorità italiana, come d’altronde a quelle europee , ma anche agli Stati Uniti e alla Corea , il fatto che le cosiddette Google Cars non fossero facilmente riconoscibili, che Mountain View non preannunciasse il loro passaggio e che le fotografie scattate venissero caricate automaticamente online da Google per formare le sue mappe, provvedendo a rimuovere volti, targhe o altri dati sensibili solo dopo una segnalazione. Su richiesta delle autorità italiane, Google si era adeguata a pubblicare sulle pagine di cronaca locale di almeno due quotidiani e a comunicare per mezzo di un’emittente radiofonica locale i suoi passaggi, rendendo nel contempo le sue autovetture più riconoscibili, attraverso cartelli ed adesivi.
Altresì problematica, la raccolta delle informazioni relative alle reti WiFi dei cittadini: Mountain View avrebbe rastrellato questi dati per affinare le operazioni di geolocalizzazione, captando nel contempo le informazioni non cifrate che transitavano su queste Reti. Una pratica sotto la lente anche presso le autorità italiane , per cui Google ha già fatto ammenda , senza rinunciare a difendersi .
Claudio Tamburrino