Il fuoco delle polemiche era divampato, scottando la pelle elettronica di Google nei punti più delicati del suo nuovo tool social, Buzz. Sulla privacy la Grande G era stata più volte attaccata e da più fronti. A partire dal dito puntato di Electronic Privacy Information Center (EPIC): Google avrebbe convertito le informazioni private e personali degli utenti Gmail in informazioni pubbliche .
“Subito dopo aver lanciato Google Buzz, ci siamo resi rapidamente conto di non aver operato del tutto bene, muovendoci il prima possibile per migliorare l’esperienza degli utenti”. Così ha esordito un recente post apparso sul blog ufficiale di BigG, firmato dal product manager Todd Jackson. Per introdurre una serie di modifiche sostanziali alle impostazioni per la privacy di Buzz, dopo un’attenta analisi dei vari feedback inviati dagli stessi utenti.
Google avrebbe in pratica rimosso la precedente (e contestata) impostazione, che infilava in automatico tra i seguaci dei vari account le persone più contattate nelle rispettive caselle di posta elettronica. Buzz adesso opterà per il semplice suggerimento di contatti che potrebbero comparire nei vari elenchi dei follower.
Un particolare confirmation screen è dunque apparso agli utenti di Buzz, con l’obiettivo primario di assicurarsi che tutto sia chiaro in materia di privacy. Gli iscritti potranno in pratica confermare le impostazioni già adottate o cambiarle , dopo aver visionato una sorta di riassunto di following e follower .
“Questa pagina mette in evidenza le impostazioni correnti di Buzz – ha continuato Jackson nel post – rendendo più semplice eventuali cambiamenti. Si possono visualizzare gli utenti seguiti e sarà inoltre possibile scegliere se le varie liste siano visualizzabili pubblicamente sui vari profili pubblici”.
Dunque quella di BigG è una mossa che cerca di gettare acqua sul fuoco delle polemiche, culminate in un’ inchiesta invocata da alcuni congressman statunitensi. La Federal Trade Commission (FTC) aveva posato il suo sguardo su una presunta e massiccia violazione della privacy degli utenti da parte di Mountain View. Riusciranno queste ulteriori modifiche a calmare le agitate acque social del tool che buzza ?
Mauro Vecchio