È la terza via già indicata da Google nella lotta alla proliferazione online di materiale pirata, il cosiddetto approccio follow the money che risulterebbe decisamente più efficace dei blocchi a livello DNS o delle pressanti takedown notice inviate dai legittimi detentori dei diritti. Stando alle indiscrezioni pubblicate dal quotidiano britannico The Telegraph , la Grande G avrebbe stabilito un contatto con i giganti del credito Visa e Mastercard per ostruire i principali canali di pagamento sfruttati dalle piattaforme illecite
In sostanza , Google vorrebbe far saltare i ponti digitali per le transazioni pubblicitarie in favore dei siti pirata. Che improvvisamente si ritroverebbero impossibilitati alla vendita di banner tramite piattaforme specializzate come quelle offerte dalla stessa azienda di Mountain View . Al di là delle recenti indiscrezioni, è una proposta che Google ha spesso formulato alle istituzioni e all’industria audiovisiva, coinvolgendo anche i canali dei micropagamenti di PayPal.
Ma l’atteggiamento propositivo di Google sembra non bastare: potenti organizzazioni anti-pirateria come l’olandese BREIN hanno chiesto alla Grande G di aumentare il tetto massimo di indirizzi segnalabili per la successiva rimozione dall’indicizzazione sui motori di ricerca. Nonostante le evidenti perplessità espresse dalla stessa Google sul funzionamento delle takedown notice , BREIN vorrebbe portare il massimale quotidiano da 10mila a 40mila URL . ( M.V. )