L’Information Commissioner’s Office (ICO) del Regno Unito (equivalente al nostro Garante per la protezione dei dati personali) ha rilevato che l’iniziativa Privacy Sandbox non garantisce la privacy promessa. Anche senza usare i cookie di terze parti, gli inserzionisti potrebbero identificare gli utenti e tracciare la navigazione attraverso i siti. La bozza del report (non ancora pubblico) è stata visionata dal Wall Street Journal.
Scoperto un “bug” in Privacy Sandbox
Privacy Sandbox è disponibile per tutti gli utenti desktop di Chrome dall’inizio di settembre 2023. Dal 4 gennaio 2024, il browser non usa più i cookie di terze parti per l’1% degli utenti. Oltre due anni fa, la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito ha chiuso l’indagine avviata a gennaio 2021, accettando gli impegni di Google (che verranno applicati in tutto il mondo).
Nei vari comunicati che illustrano le novità sull’argomento e la roadmap che porterà all’eliminazione totale dei cookie di terze parti, l’azienda di Mountain View specifica sempre che l’autorità antitrust dovrà valutare il rispetto degli impegni. L’ICO, che collabora con la CMA, ha scoperto un “bug” in Privacy Sandbox.
Gli inserzionisti potrebbero ugualmente identificare gli utenti e quindi continuare a tracciarli durante la navigazione online, nonostante l’eliminazione dei cookie di terze parti. Il report è ancora in bozza e dovrebbe essere pubblicato entro fine aprile. La CMA terrà conto del documento per stabilire se riaprire o meno l’indagine per il mancato rispetto degli impegni.
L’autorità antitrust impedirà a Google di rimuovere il supporto per i cookie di terze parti da Chrome, se Privacy Sandbox non verrà considerata idonea. La Electronic Frontier Foundation ha dichiarato che la nuova tecnologia è sicuramente migliore, ma il tracciamento non verrà completamente eliminato.