Imparare a programmare non è semplice, in particolare per i più giovani, per i quali trascorrere il proprio tempo davanti ad un monitor, con in mano un corposo manuale per memorizzare comandi, regole, sintassi e ad eseguire il debug del codice può risultare ostico e a dir poco noioso. Per questo motivo, Research at Google , Google Creative Lab , Ideo e un gruppo di ricercatori della Stanford University e Chiang Mai University hanno collaborato nell’iniziativa denominata Project Bloks , ovvero una piattaforma per lo sviluppo di kit di blocchi funzionali (tipo LEGO) che possono essere composti dai bambini allo scopo di creare o controllare altri giocattoli, imparando al contempo i fondamenti della programmazione .
Lo scopo di Bloks è di insegnare la logica insita nella programmazione, in modo che i più piccoli possano appropriarsi dei concetti di base per riutilizzarli in un secondo momento, trasformandoli in conoscenze e competenze. Nelle intenzioni di Google non c’è la volontà di costruire giocattoli, bensì di realizzare Bloks come piattaforma: ovvero realizzando la tecnologia ed il codice alla base del progetto, lasciando che della produzione dei giocatoli si occupino altri partner . In sostanza, si tratta del modello che Google usa già per Android, consentendo una realizzazione più semplice e veloce di prodotti finiti, oltre ad una più ampia varietà di giocattoli sul mercato.
Iniziato nel 2013 e ora svelato per stimolare l’interesse degli sviluppatori e il reperimento di partner che vogliano lavorare su giocattoli, Project Bloks è ancora in fase di sviluppo e lontano dal giungere sul mercato. Non è infatti prevista una data né un arco temporale per la sua commercializzazione.
Thomas Zaffino