Stando ai numeri forniti da StatCounter , fra novembre e dicembre 2014 il motore di ricerca Web di Google ha subito il calo di popolarità più significativo dal 2009 a oggi sul mercato statunitense. Si tratta, a conti fatti, di un calo minimo (-1,9 per cento), che però potrebbe avviare un trend carico di nuvoloni neri per la gallina dalle uova d’oro di Mountain View.
Google Search continua a essere il motore di ricerca Web più usato dai netizen statunitensi (75,2 per cento), dicono i numeri, mentre ad avvantaggiarsi della piccola flessione del colosso dell’advertising è stata soprattutto Yahoo, che ha ora una quota di mercato del 10,4 per cento (era 8,6 per cento a novembre); quasi stazionario Bing (12,5 per cento, era 12,1 per cento), insignificante il resto (1,9 per cento).
Tutti sono concordi nell’attribuire il merito della crescita di Yahoo (e quindi del calo di Google) al nuovo contratto di “fornitura search” firmato con Mozilla , con il browser Firefox che sul mercato degli States è recentemente passato al motore dell’azienda di Sunnyvale dopo la conclusione della storica partnership con Mountain View.
Gli effetti del calo di Google Search sul lungo periodo suscitano a ogni modo dibattito e polemiche, con qualcuno che parla di un trend temporaneo destinato a invertire la rotta quasi subito: Google non avrebbe molto da temere da Firefox, dicono i commentatori. Un eventuale abbandono dell’ ecosistema Apple , invece, potrebbe fare danni molto maggiori.
Che il monopolio di Mountain View sulla ricerca – e l’advertising Web – sia destinato a subire un attacco su più fronti nel prossimo futuro? C’è chi già specula riguardo ai potenziali effetti dell’avvento di Spartan, il browser next-gen di Microsoft che per il search si affiderà al network dell’assistente digitale Cortana (integrato direttamente sull’OS Windows 10) piuttosto che al motore di ricerca telematico di turno.
Alfonso Maruccia