È il 3 agosto. Fa caldo, molto caldo. L’intera penisola è stretta in una morsa di alta pressione e qualcuno è ancora inchiodato al lavoro, magari davanti allo schermo del computer, alle prese con le ultime pratiche da svolgere prima della meritata pausa estiva o – ancora peggio – con gli arretrati post rientro. Sbirciando le bacheche dei social network e le chat si viene involontariamente travolti da fotografie e video dei fortunati vacanzieri. Qualcuno è al mare, in spiaggia, coi piedi ammollo. C’è chi si gode il fresco della montagna. Altri sono volati dalla parte opposta del mondo. Lo stress sale. Meglio aprire Google.
Respirazione profonda
Da oggi è sufficiente digitare “respirazione profonda” per veder comparire un insolito riquadro, colorato di un azzurro rilassante, direttamente in cima ai risultati della ricerca. “Esercizio di respirazione di 1 minuto”, così recita la descrizione. Al centro un pulsante. Click: inspirare, espirare, inspirare, espirare, inspirare, espirare. Ripetere ad libitum. Una magra consolazione, meglio di niente.
Provare per credere, su smartphone, tablet o dal browser desktop. Terminata la pratica si può inviare un feedback, per capire se si è trovata la funzionalità utile, inutile, se si sono verificati problemi o se manca qualcosa, suggerendo se lo si desidera i miglioramenti da apportare. L’opzione “Voglio andare in ferie” non è contemplata.
SERP autoesaudienti
La notizia, semplice curiosità di mezza estate, conferma però un trend che una goccia alla volta, giorno dopo giorno, continua ad evolvere e radicarsi: Google, il principale motore di ricerca al mondo, tende sempre di più a fornire informazioni (se non esperienze) invece di suggerimenti ove trovare le informazioni stesse. Il motore dei “10 link blu” è ormai un lontano ricordo e oggi le SERP (“Search Engine Results Page”) sono qualcosa di ben più elaborato.
In particolare le risposte alle query formulate dagli utenti tendono ad essere sempre più esaustive e la pagina dei risultati sempre più autoesaudiente: il motore cerca di fornire informazioni immediate, togliendo spazio a chi ne foraggia il database, in favore dell’esperienza dell’utente.
Chi cerca “respirazione profonda”, del resto sta cercando qualcosa di preciso: un equo rapporto tra il motore ed una pagina indicizzata vorrebbe che la risposta fosse retribuita con un click dell’utente; un fiorente rapporto tra il motore e l’utente vorrebbe risposte immediate e semplici; il rapporto tra il sito e l’utente è invece possibile soltanto quando è abilitato dal motore. La dinamica si avvita così poco alla volta verso un Google sempre meno indice e sempre più “editore” (in senso lato, per ora). Chissà che l’IA non acceleri questo trend, trasformando il motore sempre meno in un vigile del traffico online e sempre più in un consigliere personale da attivare sussurrando un “Ok Google, respirazione profonda”.