Nonostante l’interesse di Alphabet verso settori ed ambiti diversi, Google non dimentica il suo core business, il search, che da ultimo sta cercando di migliorare nelle sue propaggini mobile estendendo i contenuti indicizzati dalla sua app ed approfondendo la capacità di comprensione delle richieste sottoposte dagli utenti attraverso Google Voice.
Proprio quest’ultima appare la novità più interessante perché cerca di migliorare la capacità di fornire risposte sempre più raffinate a domande sempre più complesse ed espresse in linguaggio naturale, formulate all’assistente vocale: con l’evoluzione dei dispositivi mobile e la corsa ad un interfaccia diversa dal touch, d’altra parte, la sfida tra i principali sistemi virtuali si fa sempre più serrata . Google riferisce ora che l’applicazione è in grado comprendere il contesto cui si riferiscono i termini utilizzati da chi cerca, in modo tale cogliere le sfumature semantiche e da permettere di accogliere domande più complesse.
Grazie al nuovo sviluppo della tecnologia il motore di ricerca sarà per esempio in grado di rispondere alla domanda formulata a voce e in lingua inglese che tradotte potrebbe suonare come “Qual era il presidente degli Stati Uniti quando gli Angels vinsero le Worlds Series?”. Il motore di ricerca comprende quindi che si parla del campionato di baseball degli USA, di una squadra specifica e di un rifermento annuale: combinando tali dati offrirà la risposta desiderata.
Oltre alle combinazioni complesse come questa, Google promette ora di riuscire a rispondere alle domande legate ad un punto cronologico preciso (come l’album di un cantante di un determinato anno) o quelle contenenti un superlativo (come la città più grande, più popolata ecc.): il tutto si somma al Knowledge Graph lanciato nel 2012 che rappresenta la curva di apprendimento del suo assistente vocale.
Per estendere quanto indicizzato dalla sua app per Android, invece, Mountain View sembra aver sottoscritto un accordo con Facebook , in base al quale avrà accesso ai contenuti del social network.
L’accordo, in realtà, rappresenta una novità solo per l’app , dal momento che i due giganti hanno già una collaborazione per quanto riguarda il search via web : saranno indicizzate solo le informazioni legate a profili o eventi pubblici sul social network, (mentre per BigG rimarranno inaccessibili le informazioni private) e questi verranno forniti sotto forma di link che indirizzeranno gli utenti verso il contenuto rilevante nell’app di Facebook. Insomma, l’accesso da parte di Google ai contenuti caricati come pubblici sul social in blu, rappresenta nient’altro che il contraltare del suo servizio di ricerca interna e come questo permetterà a Facebook di valorizzarsi come contenitore, oltre che come social network ed ottenere maggiore visualizzazioni esterne.
Claudio Tamburrino