La versione mobile di Google (inteso come motore di ricerca), è in costante evoluzione. Alle novità annunciate solo poche settimane fa in concomitanza con l’I/O 2019, riguardanti tra le altre cose l’inclusione di funzionalità AR, si aggiunge oggi un formato di advertising inedito.
Google, nuovo layout per le SERP mobile
Nello screenshot allegato di seguito è possibile vedere in anteprima la nuova etichetta associata alle inserzioni pubblicitarie mostrate nella parte alta delle SERP, prima del link in cima alla pagina. Sono contrassegnate dall’icona Ad affiancata dall’URL del sito sponsorizzato, riportato in forma estesa. La loro introduzione è dunque ufficiale, in seguito a una fase di test durata alcuni mesi e che, a quanto pare, ha fornito feedback positivi: la maggior parte degli utenti ha affermato di aver trovato più semplice identificare i siti e oltre due terzi di loro hanno dichiarato di preferire questa modalità di costruzione dei risultati per via di una maggiore facilità nello scorrere i link.
Cercando un prodotto o un servizio, quando disponiamo di un’inserzione utile da mostrare, vedrete l’etichetta Ad in grassetto in cima alla scheda, a fianco del relativo indirizzo Web, così che possiate rapidamente identificare da dove arriva l’informazione.
Più sotto rispetto all’inserzione è possibile vedere anche la favicon associata ai risultati organici, che permette di identificare con un solo sguardo l’identità del brand o del sito indicizzato. I webmaster che intendono sfruttare al meglio questa opportunità possono far riferimento alle pagine del supporto ufficiale per le informazioni sugli step da seguire.
Il nuovo design per la ricerca mobile di Google sarà in fase di rollout a partire dai prossimi giorni. Più avanti arriveranno altre novità, come anticipato dal post di bigG che annuncia quella odierna. L’obiettivo per il gruppo di Mountain View è come sempre trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza di mostrare informazioni utili a chi naviga e riservare uno spazio delle SERP ai contenuti pubblicitari, che ancora oggi costituiscono per la parent company Alphabet la principale fonte di entrate.