“Siamo convinti che, estendendo la pubblicità online a tutti, si riuscirà ad arricchire l’esperienza web per inserzionisti, editori e utenti finali”. Si è concluso così un recente post sul blog ufficiale di Google, scritto dal dirigente di Mountain View Neal Mohan, che ha poi aggiunto: ” DoubleClick Ad Exchange è un passo in avanti verso questa visione e sarà d’aiuto nel creare un contesto di mercato più aperto”. Il passo in avanti sembra averlo compiuto BigG, all’interno di una strategia di allargamento del proprio business pubblicitario nell’area di mercato dell’advertising grafico .
Mountain View ha così annunciato il progetto di DoubleClick Ad Exchange , legato a quello che dovrà essere un crocevia di scambi in tempo reale , per venire incontro alle esigenze degli editori online e delle agenzie pubblicitarie alle prese con il classico meccanismo della compravendita degli spazi sul web. Nelle parole di Mohan, si tratterà innanzitutto di “semplificare il sistema di acquisto e vendita dei banner” per offrire aiuto ai protagonisti delle campagne pubblicitarie attraverso migliaia di siti web.
Google, in pratica, ci metterà le proprie tecnologie avanzate: “Migliori tecnologie – ha spiegato Mohan – saranno utili a far funzionare meglio la pubblicità grafica online per tutti i soggetti coinvolti. E DoubleClick Ad Exchange farà la parte del leone in questa missione”. L’offerta di BigG permetterà agli operatori del settore di piazzare i propri consigli per gli acquisti, popolando una piattaforma che includerà i programmi AdWords e AdSense , e metterà a disposizione una nuova API appositamente sviluppata per i canali pubblicitari.
Il dominio da parte di Google nel mercato della pubblicità testuale online non è quindi risultato sufficiente, specie visto quello di Yahoo nell’area della display advertising . Motivo per cui Mountain View ha proceduto all’acquisizione di DoubleClick per oltre tre miliardi di dollari. A partire da questo momento, DoubleClick Ad Exchange pare aiuterà a far calare quel 40 per cento di pubblicità rimasta invenduta (almeno stando ai dati forniti da Google) per porre fine alle difficoltà di editori e inserzionisti.
Mauro Vecchio