Google, sì alla privacy italiana

Google, sì alla privacy italiana

Mountain View si adeguerà a quanto richiesto dall'Authority nostrana in materia di gestione della privacy per i suoi servizi
Mountain View si adeguerà a quanto richiesto dall'Authority nostrana in materia di gestione della privacy per i suoi servizi

Google si adeguerà alle misure richieste dal Garante italiano della privacy: ad annunciarlo è proprio quest’ultimo, che ha approvato il protocollo di verifica con cui sancisce l’accordo con Mountain View in seguito agli adeguamenti prescritti nei suoi confronti lo scorso luglio .

Big G era stata chiamata in causa dall’autorità italiana presieduta da Antonello Soro con un’indagine “instaurata a seguito sia della ricezione di specifiche segnalazioni, sia delle risultanze dell’istruttoria condotta dal WP 29 (il gruppo di lavoro che racchiude le authority europee), sulla liceità e la correttezza dei trattamenti effettuati dalla società ai sensi della nuova privacy policy”. Il Garante aveva imposto a Google una serie di modifiche e 18 mesi per adeguarvisi .

Ora Google dovrà migliorare la propria privacy policy rendendola più chiara, accessibile e soprattutto differenziandola in base ai servizi offerti, e quindi sviluppando policy distinte per Gmail, Google Wallet, Chrome ecc: le modifiche dovranno essere improntate su un sistema di informativa strutturato su più livelli, in modo tale da fornire ad un primo livello generale le informazioni più rilevanti per l’utente, dall’indicazione dei tipi di trattamento dei dati (localizzazione terminali, indirizzi IP ecc), al tipo di dati raccolto, passando per l’indirizzo presso il quale rivolgersi in lingua italiana per esercitare i propri diritti; è poi lasciata ad un secondo livello, più dettagliato, la comunicazione delle notifiche più specifiche relative ai singoli servizi offerti.

Inoltre, se vorrà profilare chi utilizza i suoi servizi, Google dovrà ottenerne il consenso informato: una necessità non solo per i nuovi account ma anche per quelli già esistenti.

L’Autority italiana, inoltre, potrà trimestralmente verificare l’avanzamento dei lavori di adeguamento della piattaforma di Google alla normativa nazionale: per farlo avrà anche la possibilità di effettuare verifiche di conformità alla disciplina italiana presso la sede statunitense di Google.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
20 feb 2015
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