Due giorni per dichiarare ai cittadini francesi della Rete la propria colpevolezza, così come riconosciuta dalle autorità: Google, nel corso del fine settimana, ha ospitato sulla propria homepage francese un comunicato con cui ha reso pubblica la condanna subita dalla Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés (CNIL) per aver violato la privacy degli utenti con la modifica alle policy relative alle attività di raccolta e trattamento dei dati personali.
L’uniformazione delle policy relative alla privacy per i diversi servizi di Google con cui Mountain View dispone il rastrellamento e il trattamento incrociato dei dati degli utenti, annunciata nel gennaio 2012 ed entrata in vigore nel successivo mese di marzo, aveva impensierito fin dal principio l’autorità francese. Google, secondo la CNIL, non avrebbe informato adeguatamente i propri utenti riguardo al meccanismo di raccolta e gestione dei dati, non avrebbe li avrebbe messi di fronte alla possibilità di esprimere un consenso esplicito, non avrebbe illustrato le potenziali conseguenze dei cambiamenti introdotti.
La Francia aveva dunque dato seguito alle indagini che sono state avviate in altri paesi come Italia , Regno Unito , Germania , Paesi Bassi , e così come avvenuto in Spagna , il mese scorso aveva condannato Google, sanzionandola per 150mila euro e ordinandole di dare visibilità alla sentenza. Mountain View, decisa a far valere le proprie ragioni, era però ricorsa al Conseil d’État per ottenere, oltre che la revisione del caso, la sospensione della sanzione.
Il Consiglio di Stato, deliberando riguardo alla richiesta di sospensione, ha però confermato la prescrizione della CNIL: Google è stata costretta a pubblicare sulla propria homepage francese, nelle 48 ore a cavallo dello scorso fine settimana, un comunicato in cui ha dato visibilità alla decisione a proprio sfavore.
Il Consiglio di Stato, in attesa di entrare nel merito della validità della sentenza della CNIL, non ha voluto sentire ragioni : Google lamentava come questo spazio ritagliato in homepage potesse “danneggiare irreparabilmente la propria reputazione”, ma le autorità hanno deliberato a favore della pubblicazione, poiché Google non avrebbe fornito elementi sufficienti a dimostrare i danni.
La pubblicazione del link alla decisione della CNIL del mese scorso, se probabilmente a lungo termine non intaccherà l’immagine del colosso di Mountain View, ha però solleticato l’attenzione dei netizen: il sito della CNIL, nelle scorse ore, ha vacillato sotto il carico del traffico. Di contro, ciò che Google teme possa scalfire la propria reputazione diventa elemento di vanto per gli aspiranti concorrenti: il motore di ricerca francese Qwant ha approfittato della sanzione elevata nei confronti di Google per pubblicizzare la propria integrità , ricalcando sulla propria home il formato del comunicato esposto da Google.
Trascorse le 48 ore dalla pubblicazione, rimossa la nota da Google.fr , resta un nodo da sciogliere: Google, pur avendo rispettato tutti i requisiti di formattazione imposti dalla decisione della CNIL, non ha pubblicato il comunicato sulla versione mobile della propria homepage francese. Non è chiaro se questa mancanza potrà influenzare il parere del Consiglio di Stato nel momento in cui soppeserà la posizione di Google riesaminando la decisione della CNIL.
Gaia Bottà