L’assistente virtuale di iPhone 4S noto come Siri? Per Google è un alibi da sbandierare davanti alle autorità statunitensi, ma anche una minaccia per il futuro del suo business principale: quello della ricerca web e il relativo advertising contestuale spalmato tra i link.
A parlare della “app” commercializzata da Apple su iPhone, ma nata dalle ricerche finanziate dall’agenzia DARPA, è il presidente di Google Eric Schmidt, chiamato a testimoniare davanti al comitato antitrust del Senato USA in merito alle accuse di monopolio sul search online mosse nei confronti di Mountain View.
Schmidt sostiene che “Google ha molti solidi concorrenti” nel mercato apparentemente monopolistico della ricerca Web, e che “a volte” la sua azienda “non riesce ad anticipare la minaccia competitiva posta dai nuovi metodi di accedere alle informazioni” online.
Google avrebbe ad esempio sottovalutato “l’importanza del social networking” in relazione alle nuove esigenze di condivisione delle informazioni manifestate dagli utenti di Internet, e Schmidt cita i commenti di chi ha identificato Siri come il “punto d’entrata” di Apple nel mercato del search o addirittura come un prodotto “ammazza Google”.
Con Siri Cupertino “ha lanciato un approccio completamente nuovo alla tecnologia del search”, concede Schmidt, ed è per questo incorretto “arguire che Google” sia “in qualsiasi modo dominante in un mercato così manifestamente aperto alla concorrenza e alla sperimentazione di nuove strade.
Alfonso Maruccia