Google ha acquistato 1.030 brevetti da IBM .
Persa l’asta per i 6mila brevetti Nortel, Google si sarebbe sentita quasi con le spalle al muro : da un lato Microsoft, dopo la vittoria nei confronti di HTC, si sta mostrando sempre più aggressiva nei confronti dei produttori hardware su cui gira Android; dall’altro Apple ha guidato la coalizione che si è aggiudicata i brevetti canadesi su cui Mountain View sperava di poter contare per difendere la gratuità del suo sistema operativo.
Anche per questo nei giorni scorsi voci dal Googleplex hanno criticato l’attuale sistema brevettuale che sembra lasciare troppe strade aperte agli abusi e alle aziende che sono disposte ad avviare anche cause pretestuose pur di racimolare qualcosa con royalty ed accordi extragiudiziali.
Ma se il processo di riforma del sistema è, se non estremamente difficile, almeno lungo, Google deve trovare il modo di tutelarsi: la controffensiva sta tutta negli armamenti a propria disposizione, e nel caso della tecnologia questi sono costituiti dai brevetti utilizzabili per dimostrare di avere una risposta che rappresenti, come si direbbe in politica internazionale, una Mutually Assured Distraction . Una controffensiva pronta, cioè, tale da scoraggiare eventuali attacchi.
Gli oltre mille brevetti acquistati da IBM riguardano tecnologie, tra l’altro, relative alla costruzione di chip, al design, alla gestione di database e alla programmazione orientata agli oggetti.
I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati divulgati.
Claudio Tamburrino