Frammenti di video disseminati online, pillole di annunci pubblicitari indorati dalle risate: Google e il creatore di Family Guy , i Griffin italiani, si alleano per un esperimento che mira a scuotere gli standard di formato e gli standard pubblicitari che dominano dentro e fuori dalla rete.
L’accordo per cui si intende miscelare intrattenimento e consigli per gli acquisti da instillare negli spazi AdSense, fermenta già da un anno : ora emergono i primi dettagli in attesa dell’avvio previsto per settembre. I contenuti stanno prendendo forma e hanno autore e nome: Seth MacFarlane animerà i personaggi e farà il burattinaio dei 50 episodi di Seth MacFarlanès Cavalcade of Cartoon Comedy . Saranno lasciati fuori dal gioco gli attori tradizionali della catena di produzione tv, fuori dal gioco le policy restrittive che filtrano trivialità e contenuti inadatti a favore del pubblico televisivo: il caustico umorismo di MacFarlane si dispiegherà appieno sui siti del Google Content Network per colpire il pubblico più giovane e meno impressionabile.
Nulla è trapelato riguardo ai protagonisti della serie: non è dato sapere se i protagonisti saranno sboccati padri di famiglia, se sfoggeranno teste a forma di palla da rugby e una crudeltà innata. Qualcosa di più è trapelato relativamente al formato , studiato su misura per il web : saranno episodi fulminanti di meno di due minuti di durata . La prima idea balenata nella fantasia di MacFarlane prevedeva di sezionare un episodio costruito sui classici 20 minuti dei cartoon, ma Google ha fornito delucidazioni importanti: i netizen non sono come i telespettatori ordinari, sono disposti a concedere pochi secondi di attenzione esclusiva all’intrattenimento in cui si imbattono, rapiti dal fervere delle loro attività online.
I tipi di spot che infarciranno la serie saranno i più vari: dal sipario del preroll ad una discreta presenza sul player, passando le sponsorizzazioni vintage . Vige il massimo riserbo riguardo agli inserzionisti: alcuni di loro hanno collaborato con MacFarlane per sviluppare contenuti che meglio si compenetrassero con i webisodi, alcuni di loro, ha assicurato la grande G al New York Times , hanno concluso con Google alcuni dei più grandi accordi dall’avvio di AdSense. Si prospettano dunque ricavi cospicui per ogni click in cui si prodigherà il netizen, ricavi che verranno divisi fra Google, il gestore del sito che ospita il video, il produttore e l’autore MacFarlane.
“Ci sentiamo come se avessimo ricreato i mass media” annuncia solenne Kim Malone Scott, dirigente di AdSense. C’è però chi intravede nell’esperimento un fallimento: John Battelle spiega che a far naufragare il progetto sarà il sistema di distribuzione, che non tiene conto dell’ubiquità dei contenuti presenti in rete e il fatto che l’automatizzazione di AdSense non consentirà di infilare i webisodi nei siti in modo che sappiano colpire il target giusto. C’è invece chi ritiene che l’integrazione verticale che Google persegue possedendo, distribuendo e mettendo a frutto i propri contenuti possa essere l’epicentro di un terremoto che sconquasserà la catena del valore dei media.
A riprova del fatto che l’integrazione della catena del valore sul versante online è un terreno che molti stanno sondando, c’è la piattaforma Hulu , ma c’è anche c’è un esperimento di Sony che, integrando hardware e contenuti, riformula il sistema a finestre che governa la vita dei prodotti cinematografici. Sony Pictures Entertainment offirà Hancock , in anteprima sul DVD, a coloro che si sono dotati di un Sony Bravia connesso alla rete.
Gaia Bottà
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