Se fosse una partita a Scarabeo si potrebbe dire che Google è stata colta con le mani nel sacchetto … degli ideogrammi cinesi. Il suo Pinyin Input Method Editor ( IME ), l’applicazione che converte automaticamente la notazione fonetica e la traslitterazione latina del cinese standard in caratteri, si basa senza autorizzazioni sul database di Sohu.com . Un’azienda cinese che da tempo si era accorta delle numerose similitudini fra il suo motore di ricerca e la soluzione offerta da Google.
Sul suo blog ufficiale cinese, Google ha fatto pubblicamente ammenda per quanto accaduto. “Siamo disposti a confrontarci con il nostro errore ed abbiamo fatto le nostre scuse agli utenti e a Sohu.com”, si legge nel comunicato dell’azienda. Il caso quindi dovrebbe essere chiuso, dato che Google ha anche ricordato di aver rimpiazzato la vecchia versione del software. Il problema, osserva qualcuno, è che rispetto alle prime rilevazioni di inizio aprile nulla sarebbe cambiato.
Secondo ArsTechnica numerosi utenti avrebbero riscontrato le medesime scopiazzature (qui un approfondimento sulla questione.
Sohu.com, comunque, ha annunciato di essere pronta a denunciare Google per la violazione delle norme sul copyright. Il suo nuovo dizionario corrisponderebbe per il 79% a quello della società cinese – contro il 96% della precedente versione. Comunque troppo, secondo il rivale di BigG.
Dario d’Elia