Google è da tempo impegnata nello sviluppo di progetti in grado di massimizzare l’efficienza energetica dei data center, incrementare l’utilizzo di fonti rinnovabili come l’eolico (in funzione di produzione ma anche di vendita dell’energia) e nel contempo ridurre la quantità di anidride carbonica immessa nell’atmosfera. Google è insomma “verde”, e lo vuole dimostrare anche pubblicando una ricca serie di cifre e percentuali sull’utilizzo dell’energia elettrica nei suoi datacenter.
I dati comunicati da Google e riportati dal New York Times quantificano in 2,26 milioni di megawattora la quantità totale di energia elettrica consumata dai datacenter con la G in tutto il 2010: un quarto della produzione annua complessiva di una centrale elettrica funzionante a combustibile atomico.
La quantità di anidride carbonica prodotta nel 2010 è pari a 1,46 milioni di tonnellate, e Google sostiene che senza le opportune “misure di efficienza” impiegate nei data center – come il raffreddamento ad acqua dei rack – tale produzione sarebbe stata almeno il doppio.
Mountain View riferisce poi numeri “spicci” sul consumo energetico che comporta l’utilizzo dei suoi servizi più popolari: una ricerca web “media” consuma 0,0003 Kilowattora, dice Google, per una produzione di anidride carbonica di 0,2 grammi. Lo streaming di un minuto di video su YouTube pesa invece per 0,0002 Kilowattora, e una produzione di CO2 di 0,1 grammi: la stessa quantità di energia che il corpo umano brucia in circa 8 secondi.
Google ci tiene poi a far sapere che l’utilizzo di Gmail è più “verde” per le aziende piccole ma soprattutto grandi: la terza webmail più popolare è (quasi) sempre up , e permette di risparmiare 170 chilowattora di energia elettrica all’anno per ogni utente (in piccoli uffici di 50 persone totali). Il risparmio si riduce con l’aumento delle dimensioni delle aziende, ma risulta essere sempre “impressionante”.
Alfonso Maruccia